Ritorna, eccome se ritorna.
Si inizia a discutere sulla nuova architettura che dovrebbe avere il nostro calcio. Si parla di una Serie A a 18 squadre, idem per la Serie B ed una Serie C complessivamente a 40 squadre.

Ritorna il tormentone del calcio, come se il problema principale del nostro calcio fosse dovuto al numero di squadre, quando è risaputo che i principali campionati competitivi europei non sono mica a 18 squadre, ma 20.

Il problema si chiama mancata ridistribuzione delle ricchezze, calcio sempre più inaccessibile ai massimi livelli o livelli intermedi per tante realtà. Alzare i costi, blindarsi, significa compromettere lo spirito magico del calcio stesso,non dare a tutti la stessa possibilità, ad uccidere le favole, le imprese significa decapitare il calcio. Perchè oggi se non hai capitali non ti puoi permettere neanche la Serie D dove servono quasi un milione di euro per avere tutte le carte in regola per iscriversi.

O si abbassano i costi, partendo dalla questione stipendi e fermando quella indecente e vergognosa corsa alla vendita di giocatori a prezzi sconcertanti, rendendo tutto più accessibile ed investendo soprattutto nel settore giovanile, nelle nostre scuole, sottraendo i ragazzi dalla strada, oppure il calcio diventerà un qualcosa di inarrivabile.

Tutte le squadre, tutte le società, tutte le città, piccole o grandi che esse siano, devono avere l'opportunità di poter arrivare in alto. Ma si ha la sensazione che il calcio dei banchieri e del business voglia la concentrazione di questa galassia solamente in poche grandi realtà metropolitane, nulla di più, andando alla ricerca di un circuito elitario e vizioso.

Così non sarà più calcio, ma una grande schifezza per pochi vip.