La Nazionale italiana sta raschiando il barile: dopo esser stata strapazzata dalla Spagna, e dopo aver vinto non senza immani sofferenze contro Israele, gli azzurri non vanno oltre il pareggio contro la Macedonia, penultima nel girone.

Una prestazione senza nessun genere di scusanti, quella dell’Italia, con un primo tempo pessimo con il gol di Chiellini unica nota positiva e un secondo tempo, se possibile, ancora peggiore con la Macedonia che ha ricercato e meritato il pareggio; una squadra, quella guidata da Ventura, uscita per la seconda partita consecutiva tra i fischi di un pubblico che inizia a mostrare evidenti segni d’insofferenza. Per una partita del genere non sono sufficienti le giustificazioni puntualmente presentate dal CT a fine partita: le tante defezioni e una condizione generale ancora deficitaria, non giustificano un pareggio ottenuto contro una squadra che definire modesta è un eufemismo; quest’Italia può anche perdere (anche se non nel modo in cui l’ha fatto) contro la Spagna ma contro queste squadre deve vincere e convincere. 

Ventura ha messo in campo un inedito 3-4-3, con l’esordiente Verdi subito lanciato nella mischia e un centrocampo sperimentale rivelatosi un fiasco: il risultato è una squadra che ha naufragato per tutta la partita e l’impressione è che se la qualità dell’avversario fosse stata appena più alta, nessuno ci avrebbe risparmiato una figuraccia ancora superiore a quella comunque fatta. Inutile scagliarsi sui singoli, ma un primo appunto che mi viene è come mai, visto il modesto centrocampo schierato ieri sera, non sia ancora stata presa al vaglio la convocazione di Jorginho; così come i nomi di Zaza e Balotelli che, a mio avviso, si meriterebbero entrambi una chance in azzurro.

La squadra, a distanza di un anno dal cambio di guida, non ha ancora una sua identità: i calciatori navigano nel buio in campo, affidandosi all’improvvisazione o alle proprie qualità individuali e in questo l’imputato numero uno non può che essere l’allenatore.

Una guida tecnica modesta e non all’altezza di una nazionale come quella azzurra, sta rendendo questa nazionale da normale a scarsa e come non mai vicina ad una clamorosa esclusione dai mondiali che ovviamente ci auguriamo non accada. Nemmeno lo stadio del Torino, squadra che ha fatto la sua fortuna, Ventura è riuscito a trovare una stella polare per la nazionale da lui guidata rispedendo, in modo assolutamente arrogante, le accuse che giustamente gli vengono mosse da mesi. Questa squadra non ha un’anima, non ha un suo canovaccio di gioco e i calciatori sembrano non seguire l’allenatore e il dramma è che, se si continua a giocare come ieri sera, il rischio è di sprofondare ulteriormente.

In mezzo a tutto ciò, l’unico a non essersi accorto della gravità della situazione sembra essere proprio Ventura, il quale continua a ritenere di aver fatto un ottimo lavoro, spostando i demeriti della sua nazionale a cause esterne. Ha solo saputo attaccare Conte, proprio Conte che riuscì a sconfiggere la Spagna, definendo la sua nazionale “vecchia” senza mai ammettere che FORSE qualche errore lo ha fatto pure lui.

La cosa più grave è che, oltre a non sapere ancora se andremo al mondiale, abbiamo una nazionale totalmente svuotata di motivazioni e senza una sua precisa identità, con i senatori che faticano a inculcare ai nuovi quella mentalità vincente che, al netto di capacità tecniche anche importanti, risulta fondamentale per distinguere un bravo calciatore da un fuoriclasse.

La partita di martedì mi auguro dia un segnale positivo per arrivare agli spareggi perlomeno in una condizione psicologica di vantaggio, vincere e magari andare ai mondiali. Così che poi qualcuno magari ci possa far credere che è stato compiuto un miracolo...