Le scuse? Sono arrivate. Anzi no. Sono arrivate solo per il risultato. L'impegno non è stato messo in discussione. La prestazione? Neanche a parlarne. 180 minuti e solo un misero autogol!

Tiri contro il portiere, sopra la traversa, si giocava con le palle alte, perchè gli svedesi notoriamente sono bassi e li si supera agevolmente con le palle alte. No? Ma non possono cavarsela con delle scuse a metà, ma neanche con delle scuse piene.

Qui l'unica piena in corso è quella di 60 milioni di italiani incazzati neri, che hanno tra le poche distrazioni il calcio. Diciamo che da un certo punto di vista questa esclusione dal mondiale ha forse fatto riscoprire l'interesse per la Nazionale che sembrava essere ai minimi storici.

Anche se a dirla tutta nella società di oggi non è dato sapere quanto dureranno ancora le Nazionali e soprattutto il Mondiale così come lo conosciamo è destinato ad essere superato.

Dovrebbero partire dei campionati tra Nazionali. Hanno un senso? Ce lo possiamo permettere? Vi è effettivo interesse? Non lo so. Comunque gli italiani lo sapevano che non saremmo andati ai mondiali. I sondaggi lo dicevano bene, solo il 20% degli italiani ci credeva.

Ed il motivo era evidente, lampante, impossibile da non vedere. Prestazioni da licenziamento, senza anima, cuore, aggressività. Approccio sbagliato e probabilmente non ha più per tanti alcun valore la Nazionale. Una volta la maglia della nazionale era il top. L'apice della carriera per un giocatore. Rappresentavi un Paese, il tuo Paese.

Oggi l'apice della carriera per un giocatore è indossare la maglia del Real Madrid, del Barcellona, del Manchester, avere il portafoglio pieno di danaro. E con ciò dobbiamo fare i conti.
La colpa non è solo di Ventura, Tavecchio e di un calcio fallimentare da ripensare totalmente. Ma anche di una società che in Italia ha prodotto più danni che altrove.