"Il nuovo Messi": una frase che nel calcio di oggi si spende con estrema facilità ogni qualvolta un nuovo baby fenomeno mancino si affaccia al mondo del pallone.
Un paragone che non regge, nemmeno quando lo si pone con l'unico giocatore che per caratteristiche gli puó almeno somigliare: Paulo Dybala.

Il numero 10 bianconero, protagonista di un inizio di stagione stratosferico, a più riprese è stato etichettato dagli addetti ai lavori come l'erede naturale del 10 blaugrana. All'indomani di Barcellona-Juve tanto i giornali quanto i social hanno cambiato punto di vista, chi attraverso l'analisi del match con un Dybala accusato di sparire nelle gare che contano e chi coi classici sfottó figli di un sano campanilismo.
Che Dybala non sia Messi è palese sia da un punto di vista tecnico, che di palmares. È vero Leo all'età di Paulo aveva già vinto tanto, tantissimo, ma non per questo non bisogna riconoscere i meriti, i numeri e le giocate allo juventino, che mai come in questo inizio di stagione è stato protagonista (in 4 giornate di campionato ha già quasi piu goal di tutto lo scorso anno) giovato da una maturità e da una consapevolezza di leadership che giornata dopo giornata sta acquisendo.

Sarà la magia della maglia numero 10 che ha reso il giovane bianconero più sicuro di se, sará il prodotto di una crescita esponenziale che sta vivendo, qualsiasi cosa sia a farne tesoro è una Juventus che mai come quest'anno ha necessità dei goal del suo "piccolo argentino". Con una difesa più ballerina e un Higuain ancora lontano dalla migliore forma Paulo è oro colato per i bianconeri. Dybala non sará Messi p, ma la Juventus puó diventare il suo Barcellona: un progetto costruito intorno a lui per conquistare la coppa dalle grande orecchie che a Torino manca da più di 20 anni e che non deve diventare un ossessione ma ogni anno un obiettivo concreto, magari proprio grazie alle giocate della Joya juventina, che non sará mai Messi, ma potrá essere un grande Dybala se anche in Europa saprà imporsi come sta accadendo in campionato.