10 gol nelle prime 6 giornate di campionato, poi il nulla. Dybala è sparito dai radar, relegato in panchina nella super sfida contro l'Inter, con le stoccate di Nedved che arrivano come macigni sulla testa di un ragazzo che si è perso. "Deve essere un professionista fuori e dentro al campo", ha sentenziato il ceco che dal numero 10 si aspetta grandi cose. Lui, probabilmente si sente solo e lo dice anche nelle interviste che dietro luci dello stadio, a volte ci si ritrova soli, schiacciati dalla propria notorietà. 

U picciliddu, come lo chiamavano a Palermo è cresciuto ed è diventato la Joya della Juve, trascinatore in campionato ed in Champions. Ora però qualche vicenda extra calcistica lo blocca e Paulo non è più riuscito a riprendersi la Juventus. Allegri non ci ha messo troppo tempo a lasciarlo in panchina, per spronarlo forse ma anche perché di un giocatore demotivato non se ne fa nulla. E in effetti nel derby d'Italia, Dybala non ha influito, è stato quasi impercettibile nei minuti che il mister gli ha concesso. 

Essere calciatori a volte è triste, nonostante il conto in banca. Resti solo in un attimo. E forse lui in questo momento ha bisogno di capire che la priorità è il lavoro, in questo caso il rettangolo di gioco e che la Juve certo non brucerà il suo talento ma lo aspetterà.
Il numero sulle sue spalle pesa, ma lui lo ha meritato. Da Buffon, il suo capitano, ad Higuain, il suo partner in attacco, tutti stanno tentando di far tornare il sorriso al ragazzo che nonostante le ultime opache prestazioni resta un patrimonio da custodire per i bianconeri e per il calcio.