Che fastidio le simulazioni! Già, sono veramente odiose, "Football is not a ballet" recita uno slogan negli stadi inglesi,ma, senza arrivare a tanto si può dire semplicemente che il segno tra l'essere un fuoriclasse e un fenomeno lo traccia proprio la sportività.

Ovviamente i paragoni si fanno per amore di sintesi, per esprimere al meglio un concetto che altrimenti avrebbe bisogno di interi trattati per essere spiegato: in pratica credo che Dybala ambisca ad una carriera da Messi piuttosto che a una da Neymar, ora spiego. Messi e Cristiano siedono su un pianeta apparentemente lontano da quello popolato dai calciatori normali e subito dopo di loro arrivano (per me, ma anche per molti altri) Dybala e Neymar, rispettivamente potenziali eredi del trono di dio del calcio. Tuttavia tutti i tifosi riconoscono la grandezza dei primi due, dimostrazione lampante ne è la standing ovation riservata ieri al portoghese dall'Allianz Stadium di Torino, un po' meno Neymar, odiato da più parti per via delle sue simulazioni e giocate volte all'umiliazione dell'avversario.

Ieri Dybala mi è apparso esattamente così. Troppo leggero in area di rigore, troppo accentuata quella caduta, forse dettata anche dalla disperazione per un risultato che prendeva una piega ben definita, però non è la prima volta che accade. Dybala rischia così di attirarsi le ire dei tifosi e non nascondiamoci dietro un dito dicendo che "è solo invidia delle vittorie", perchè i tifosi, quelli sportivi, quelli veri che amano il calcio riconoscono la grandezza!

Sono sicuro che se ieri sera avesse evitato quella caduta Dybala oggi avrebbe preso qualche applauso in più oltre che evitare l'espulsione. Il passo per diventare grande è quello, smettere i panni del "Bambino" dalle esultanze costruite, dai ghirigori in mezzo al campo e diventare decisivo, fulmineo, in una sola parole un "Fenomeno".