Tra servizi lacrimevoli e facce esterrefatte, tra ingiurie irripetibili e epiteti coloriti, la mia domanda è: qualcuno è davvero sorpreso? 
Una premessa è necessaria: sono juventino e quindi la mia considerazione su Donnarumma trascende l'affetto di un milanista nei riguardi del "talento" di Castellammare. E il virgolettato ci sta tutto.

C'è una sottile linea che in pochi riescono a superare: quella che separa il campione dal fuoriclasse. E questa linea è scritta dal sudore di chi l'esempio l'ha lasciato con le sue azioni, unendo cinque semplici lettere quella che è una parola ormai sconosciuta: onore. Sarò breve e sintetico; i calciatori stanno all'uomo, come la prostituta sta alla donna.
Eccettuati casi limite, a parità di valore tra club differenti con stessa storia e fascino, vince esclusivamente il denaro.
Verratti fu il capostipite: se prima mercenari lo si diventava pian piano, oggi si nasce. Non si guarda il blasone, non si considera il progetto tecnico: solo il denaro. Perché seguire il calcio? Per fede in quell'inguaribile romanticismo verso vecchi miti: Maldini, Del Piero, Zanetti, Totti. E anche nei riguardi di chi, pur avendo cambiato casacca, ha mantenuto un certo stile (Pirlo, Seedorf, Gattuso, per rimanere in tema; Milan e Buffon per rimanere in tema portieri).

I nostri figli (e con "nostri" mi riferisco alla generazione '80-'90) non avranno la fortuna che abbiamo avuto noi. Noi abbiamo tifato per calciatori con un briciolo di cuore e di rispetto: loro non avranno il tempo di affezionarsi. A meno che qualcosa cambi (Fpf serio e non solo di facciata? Salary Cup? A menti più capaci e esperte la soluzione) la strada è segnata: il calcio non più gioco, non più sport, non più spettacolo.
Semplice business, amici.
E, continuando a fregare l'affetto di milioni di tifosi, il calciatore del presente e del futuro continuerà ad esser 'prostituta' sin dalla più tenera età e ad ogni cambio di maglia, perseguiterà nel salutare e gettare via l'amore di una piazza con una chiusura fredda e distaccata come tante. 
"Niente di personale...".