La lezione di Roma, a quanto pare, è servita a qualcosa: il gruppo ha mostrato segnali di reazione importanti, ed è riuscito ad ottenere un successo preziosissimo contro la Sampdoria di Ciro Ferrara imponendosi per 2 reti a 0, scavalcando la formazione ligure e portandosi a quota 11 punti in classifica. È la seconda vittoria in questo campionato, la prima in assoluto in un “lunch match”, e dunque sfatato il tabù delle partite a ora di pranzo. Quello ammirato contro i doriani è stato, con ogni probabilità, il Palermo più bello dell’era Gasperini, con Donati a fare da play basso si è tornati a livelli di gioco notevoli, a conferma del fatto che la presenza dell’ex Bari in mezzo al reparto arretrato è essenziale e fa la differenza. Con la regia del neo centrale difensivo, infatti, i meccanismi hanno funzionato alla grande, ogni singolo calciatore ha fornito un contributo di spessore alla causa rosanero, in particolar modo un ispiratissimo Brienza, al quale spetta di diritto la palma di migliore in campo per l’incredibile prova fornita nei circa 70 minuti in cui ha giocato. Autore di innumerevoli assist e giocate di gran classe, il fantasista di Cantù è un giocatore profondamente diverso rispetto alla prima esperienza palermitana, più maturo, più completo, essenziale il suo utilizzo nello scacchiere tattico del Gasp. Dunque, torna a splendere il sole dopo le tenebre dell’Olimpico, e a brillare ancor di più è il talento del ragazzino che con la sua doppietta ha regalato il successo ai rosanero: Paulo Dybala. Il giovane argentino, che giovedì prossimo compirà diciannove anni, non poteva sperare in un dono migliore per festeggiare l’imminente compleanno: segnare due gol davanti al proprio pubblico, regalare e regalarsi i tre punti in un match delicatissimo com’era quello contro i blucerchiati; insomma, emozioni intense di cui difficilmente si scorderà. La “Joya” ha stupito il “Barbera” con velocità e tecnica fuori dal comune, ma le doti che più hanno impressionato i tifosi palermitani sono state, senza dubbio, la grinta e la determinazione nell’attaccare la porta messe in mostra dal numero 9 rosa, qualità che nelle ultime partite, evidentemente, erano mancate, e parecchio, al reparto avanzato rosanero. Si, perché l’undici di Gasperini, nelle precedenti uscite, ha dimostrato di essere una squadra capace di giocare un buon calcio, a tratti quasi entusiasmante, ma spesso fin troppo narcisistico e fine a sé stesso, in cui l’incapacità di centrare il bersaglio ogni qualvolta se ne presentasse l’occasione la faceva da padrona; il “principito”, invece, ha fatto intendere a tutti di essere uno che, se necessario, entra in porta con tutto il pallone, ed è facilissimo intuire che un attaccante con le sue caratteristiche potrebbe tornare molto utile al tecnico del Palermo. Come si dice in questi casi, “il ragazzo si farà”, e la stupenda prestazione sfoderata contro la Samp è una prova più che esaustiva a supporto di tale tesi, ma adesso viene il compito più difficile: riuscire a gestirlo nel miglior modo possibile, senza sovraccaricarlo di pressioni e responsabilità che potrebbero minarne la crescita; fondamentali in questa “missione” saranno soprattutto Mister Gasperini e Capitan Miccoli, senza dubbio i due elementi più rappresentativi di questa squadra, due uomini di calcio che, forti del loro carisma e della loro esperienza, sapranno sicuramente come far fronte a una situazione del genere: ci fidiamo di loro.