Ventura non si voleva dimettere ed è stato esonerato, ma con una bella paghetta da quasi un milione di euro da percepire. Tavecchio idem anche se la questione economica al momento non è nota. Ha provato a giocarsi il suo passato, un passato da Conte. Ma questo titolo nobiliare calcistico non è bastato a salvarlo. La frittata del Mondiale è stata solo l'apice di una gestione che ha creato parecchi malumori.

E' in corso anche uno scontro generazionale importante. Ed è giusto così. D'altronde l'avevo anche scritto che se cadeva Ventura sarebbe caduto anche Tavecchio, il loro destino era legato, quasi indissolubile.

Avrebbe dovuto dimettersi sin da subito Tavecchio, ma così non è stato. In un contesto dove addirittura le leghe di A e B risultano essere commissariate. Ora, il calcio giocato può continuare la sua strada, cercherà di normalizzare una situazione vergognosa. Ma si è rotto qualcosa in Italia in quella sera di San Siro contro il calcio modello Ikea della Svezia. Si è rotto qualcosa anche nel rapporto tra gli italiani ed il calcio. Un qualcosa che può essere sfiducia, delusione, amarezza e portare ad una reale forma di distacco. 

Servirà un processo di ribaltamento culturale e di gestione politica importante, ma con chi? Con quelle società che hanno voluto Tavecchio alla guida del nostro calcio? Con i gruppi cinesi che hanno comprato l'Inter ed il Milan? Arriverà dalla Cina il nuovo vento del cambiamento nel nostro calcio? Dall'Oriente?

Servirebbe un sistema autonomo ed indipendente, perchè se si continua a dipendere dal gruppo di società calcistiche ben note, non cambierà mai niente. Tavecchio non è il potere, è espressione del potere, quel potere che ha portato il nostro calcio al fallimento.

Non è che dimesso Tavecchio si è risolto il problema. Le sue dimissioni come quelle di Ventura erano doverose, eticamente e moralmente. Ma non possono bastare.

Quale idea di calcio abbiamo? Quali realtà coinvolgere?  Che fare? Giusto per usare un concetto leninista nel centenario di quella Rivoluzione russa che ha segnato la decadenza del nostro calcio.