Si riparte. E non potrebbe essere altrimenti. La vita calcistica deve continuare dai livelli più bassi a quelli massimi. Ed il turno di Serie A che si appresta a vivere il nostro campionato è di quelli scoppiettanti.
Dal derby di Roma alla classica Napoli-Milan, al derby dei colori tra Inter ed Atalanta ad una Juve che dovrà cercare di vincere nell'ostico campo di Genova.
Un turno però, caratterizzato da diversi ma, dopo la Caporetto della Nazionale.
Ci saranno contestazioni allo stadio contro i giocatori che si sono resi responsabili di questo disastro? O le contestazioni saranno dirette solo ai vertici del nostro calcio?
Ci saranno ripercussioni nelle squadre dove giocano alcuni dei giocatori che passeranno alla storia come quelli che non hanno fatto qualificare l'Italia ai Mondiali?
Ci saranno provvedimenti da parte delle Società?
Ci saranno accanimenti contro i giocatori stranieri? Visto che è partita la solita litania che in Italia abbiamo troppi stranieri? Quando in realtà ci sono campionati con più stranieri rispetto al nostro, e dove è la qualità a fare la differenza e non la quantità.
E questo è un punto nodale per il nostro calcio. La qualità è minima, da noi vengono a giocare quelli che qualcuno definisce come il classico bidone, gli scarti di altre società.

Ci siamo ridotti a questo, è evidente  e la Caporetto della Nazionale è solo la punta agghiacciante, dolorosa e più visibile di quel mostro di iceberg che travolgerà il nostro calcio.
Siamo alla fine di un ciclo iniziato nel 2006, ma siamo all'inizio di una catastrofe di cui ancora non abbiamo capito gli effetti e le conseguenze.