L’altra sera i giornalisti della pay tv alla quale sono abbonato hanno tentato di propormi con toni enfatici e sfumature da letteratura sudamericana un’accattivante “noche del futbol” il cui piatto forte era la partita Argentina-Perù. Riusciranno i nostri eroi a qualificarsi (ripeto, qualificarsi) per i mondiali di Russia? Ho pensato che la risposta non valesse l’orario da vampiro e che mi sarei interessato dei destini di Messi e soci la prossima estate, casomai. Ci ho indovinato, visto che il tutto è finito in un nulla di fatto ma, niente paura, sempre gli stessi giornalisti si sono affrettati a farmi sapere che “non tutto è perduto”, anzi è ancora meglio: tra un paio di giorni altro giudizio universale. 

Per fortuna a ore più ragionevoli, in questi giorni senza serie A, Liga, Premier, ho trovato le qualificazioni della zona europea. Ah, signori miei. Ieri sera Bulgaria Francia. Francia in vantaggio, Bulgaria incapace di qualunque cosa, svogliata per giunta e senza scopo, spettatori pochi e intirizziti, calcio camminato. Italia Macedonia, partita senza senso, di rara bruttezza. Ho intravisto negli highlights Wembley semivuoto e un San Marino Norvegia zero a otto. Secondo me, salvo qualche rara eccezione, di queste eterne, lunghissime qualificazioni ai mondiali importa a pochi,

Per me, lo ammetto, sono una scocciatura e basta. Ma come, la stagione è iniziata da poco, comincia a diventare interessante con partite decisive e viene fermata due volte - a novembre avremo la terza sosta-per decidere chi gioca i mondiali? Ma per favore. Si introducano criteri nuovi, chi ha già vinto almeno una volta la competizione viene qualificato di diritto più qualche altra squadra in base al ranking, per i restanti posti si giochino dei play off magari d’estate. Perchè, tra l’altro, il prossimo anno in Russia, da appassionato, Messi mi poacerebbe trovarcelo, e pure l’Italia che, sebbene piuttosto scarsa, per storia e tradizione merita di esserci. Così come lo meriterebbe l’Olanda che invece è fuori.

Eliminando questa inutile, lunghissima pappardella dei gironi di qualificazione la stagione sarebbe anche meno intasata e non avrebbe soluzione di continuità. Senza parlare degli infortuni. E poi c’è la strgrande maggioranza dei tifosi che rimane orfana e viene poi costretta agli infrasettimanali per recuperare. Sono abbonato allo stadio e non mi è mai capitato di sentire un compagno di tifo, un vicino di seggiolino che si informasse per acquistare un biglietto per una partita di qualificazione della nazionale. Mai. La stagione calcistica è un romanzo, non è bello interromperla. Il calcio vero è quello della serie A, della serie B, della C e dei campionati minori, della passione e dello sfottò. Lo aspetto... la settimana prossima.