Se penso alla lettera 'W' mi vengono in mente sostanzialmente due cose: il "World Wide Web", ovvero il significato della sigla 'www' e Wikipedia, l'enciclopedia online per eccellenza. Ebbene, è quest'ultima che ho voluto consultare per ricercare il significato chiaro, limpido, preciso della professione e del ruolo che svolge il dirigente sportivo in un club. "Ma come? Ti metti a scrivere di calcio e poi non sai nemmeno cosa voglia dire 'essere il dirigente di una squadra'?" Scusate l'ignoranza, cari lettori, ma un giro via Internet per informarmi meglio circa la posizione di questa figura, ho deciso di farlo. 

Cito testualmente la definizione di DS (Direttore Sportivo) di Wikipedia: "Il direttore sportivo - detto anche team manager - è la figura professionale che dirige una compagine sportiva, decidendone gli assetti, le strategie e gli obiettivi." Insomma, una figura importante che però, non di rado, passa in secondo piano. Il calcio non è soltanto uno sport in cui si vedono ventidue in mezzo al campo che rincorrono uno stupido pallone. Il calcio ha alle sue spalle un'organizzazione manageriale non indifferente. Così come, è altresì importante il ruolo ricoperto dagli uomini societari che hanno il compito di far dirigere nel migliore dei modi la loro grande azienda, nonché il club. 

Il dirigente è l'uomo che ha anche il compito di intrattenere e gestire i rapporti con le altre società, contattando questo o quel calciatore per eventuali trasferimenti da negoziare durante le sessioni di calciomercato. Nel mondo calcistico di oggi, c'è gente (giornalisti sportivi, ex-dirigenti, gente che tempo fa ha vissuto il calcio) che lamenta di uno scarso interessamento dei responsabili nei confronti di, magari, tesserati di altre squadre. Tradotto: il nuovo orizzonte aperto dalla tecnologia ha pressoché annullato la visione dei talent-scout, dei direttori sportivi nei campi di calcio. Si va avanti, ormai, a suon di video, di videocassette, di filmati senza che il diretto interessato vada ad accertarsi personalmente delle abilità di un ragazzo. 

Fortunatamente, in questo calcio sempre più 'marcio', c'è anche gente che fa il proprio lavoro con passione e con particolare dedizione nell'interesse della sua "azienda". Chi prendere come esempio? Fabio Paratici. Ieri, nell'amichevole e sottolineo una semplicissima AMICHEVOLE tra Inghilterra e Italia, il coordinatore dell'area tecnica della Juventus era presente allo stadio per tenere sott'occhio alcuni dei calciatori che hanno avuto modo di giocare. Primo su tutti, il romanista Pellegrini che piace tanto ai piemontesi e che potrebbe approdare a Vinovo la prossima estate. Poi, forse, uno sguardo sarà scivolato anche su Federico Chiesa, l'esplosivo esterno viola fa gola ai bianconeri che segnano un doppio colpaccio dopo quello di Bernardeschi. Il ds juventino ha anche avuto la possibilità di ammirare Rugani e De Sciglio, il primo autore di un grave lapsus in occasione del gol inglese, il secondo che è apparso più "in palla" e pronto ad affrontare un grande finale di stagione. In tutto questo, è anche  probabile che Fabio abbia potuto contemplare la bella serata trascorsa qualche settimana fa in quel di Wembley, ricordando l'uno-due micidiale messo a segno da Higuain e Dybala. 

E' davvero gratificante osservare come ci sia ancora qualcuno che nel calcio di oggi, diventato sempre più business e sempre meno passione, vada a svolgere la propria professione. Celebrarne ed elogiare questo 'gesto lavorativo' è diventato quasi pericoloso (come denunciava Tacito) perché la stragrande maggioranza di figure professionali non adempie al proprio dovere. Non me ne voglia Marx, se gli rubo la sua esortazione finale del Manifesto del Partito Comunista: "Dirigenti di tutte le squadre, unitevi!"