Tempo fa vidi una bella trasmissione in cui si chiedeva agli ex campioni della Serie A quali fossero i problemi del nostro calcio e come risolverli, tra le tante banalità mi stupì la schiettezza di Zvonimir Boban che disse: "Probabilmente molti dirigenti che lavorano nei club italiani non sono all'altezza". Tristemente vero. Il calcio italiano, così come il nostro povero paese, paga l'inettitudine di chi è al comando. 
Al di fuori della Juve, che con la coppia Marotta & Paratici ha trovato una base solida su cui costruire un lunghissimo ciclo di successi, le altre squadre della Serie A sono spesso gestite da incompetenti patentati e in questo marasma di mediocrità ed inadeguatezza cronica spiccano fra i tanti i nomi di Marco Fassone & Massimiliano Mirabelli.
A dire il vero posso dire ben poco di Marco Fassone che, per sua stessa ammissione, di calcio giocato non capisce nulla, dovendosi occupare invece dei conti del club, lavoro già di per sé abbastanza difficile da analizzare e giudicare in condizioni normali, figurarsi quando si parla di un vero e proprio dedalo burocratico come il Milan odierno. Ciononostante è stato proprio Marco Fassone, in quanto Amministratore Generale dell'AC.Milan, a scegliere Massimiliano Mirabelli come Direttore Sportivo e di conseguenza è logico che anche lui venga tirato in causa e si prenda parte della colpa.  Passiamo invece ad analizzare l'operato di Massimiliano Mirabelli, primo responsabile dell'ennesima disastrosa stagione rossonera. Questo è un uomo che è riuscito nell'ardua impresa di sperperare un patrimonio di circa duecento milioni di euro senza rinforzare la squadra, ma addirittura indebolendola. Questo è un uomo che ha avuto in mano risorse economiche pari a quelle dei maggiori club europei ed ha costruito una squadra che ad oggi (30\12\2017) occupa l'undicesimo posto in classifica con la miseria di venticinque punti all'attivo.
Come si può difendere un dirigente simile? Come si può parlarne senza provare una spiacevole sensazione di imbarazzo misto a pietà? Alcuni dei più acerrimi sostenitori della nuova dirigenza si aggrappano al cambiamento dei tempi, sostengono che il mercato è cambiato, che le valutazioni dei giocatori sono ormai fuori controllo e che ad oggi duecento milioni non sono poi una cifra così spropositata se l'obbiettivo è quello di costruire un'intera squadra. A queste persone io rispondo con un'altra domanda: dato per scontato che il calciomercato ha preso una piega totalmente folle da qualche anno a questa parte, ma non si era detto che Mirabelli era il dirigente perfetto per il Milan proprio per questo motivo? Non si era detto che Mirabelli era un grande scopritore di talenti, uno che è sempre in viaggio per l'Europa e che ama osservare i giocatori in prima persona? Non si era detto che Mirabelli avesse importanti conoscenze nei settori giovanili di tutto il mondo e che fosse a tutti gli effetti ciò che la stampa ama definire "un dirigente moderno"? No, perché a giudicare dal mercato estivo del Milan e dai risultati fin ora conseguiti io non vedo grosse differenze tra l'opera di Mirabelli e quella del vituperato (a buon ragione, non dubitate) Adriano Galliani. Vogliamo poi parlare del trattamento riservato a Mauro Bianchessi? uno dei migliori dirigenti in ambito giovanile messo alla porta in malo modo e senza tanti complimenti. Ma il fatto che ad oggi il migliore attaccante del Milan sia Patrick Cutrone, strappato all'Inter da Mauro Bianchessi per la modica cifra di millecinquecento euro, mentre Nikola Kalinic e André Silva, pagati da Mirabelli quasi settanta milioni, continuano a deludere partita dopo partita non dovrebbe far suonare un campanello d'allarme? Il fatto che il Milan riuscirà a coprire le perdite di bilancio vendendo Gigio Donnarumma, altra intuizione di Bianchessi, e ricavandone una cospicua plusvalenza non è di per sé tragicomico? Come al solito in Italia si allontanano le persone che sanno lavorare e si favoriscono i raccomandati, gli amici degli amici, non contano nulla le effetive capacità e i risultati, si sceglie in base alla simpatia. Bianchessi stava costruendo un vero e proprio patrimonio per l'AC.Milan, un settore giovanile interamente composto da italiani. Ma in un mercato in cui giocatori come Conti e Gagliardini arrivano a costare trenta milioni a testa solo perché italiani e un buon finalizzatore come Belotti viene valutato cento milioni (il Milan vendette Kakà pallone d'oro al Real Madrid per una settantina) sempre per lo stesso motivo, che senso ha disfarsi di un professionista come Bianchessi? Non è un caso infatti che il buon Lotito (uno dei pochi presidenti in Italia che sa guadagnare facendo calcio) si sia affrettato a metterlo sotto contratto. 
Una proprietà seria, cosa che il Milan purtroppo ad oggi non ha, ci avrebbe pensato non due, ma mille volte prima di lasciarsi scappare un dirigente come Bianchessi. Una proprietà seria che avesse davvero a cuore il futuro del Milan e fosse veramente interessata a fare calcio ed a vincere, avrebbe confermato Bianchessi e gli avrebbe affiancato Arrigo Sacchi, il cui operato nelle giovanili delle nazionale non solo è ormai riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori, ma rappresenta anche una flebile speranza per tutti gli appassionati di calcio italiani a cui la premiata ditta Tavecchio & Ventura ha negato la partecipazione ai Mondiali del  del 2018 (vedete come l'inadeguatezza di chi è al vertice torna sempre in questi discorsi?).
Ad oggi chi sono i giocatori su cui mr Gattuso può fare più affidamento? Donnarumma e Cutrone scoperti dal sopracitato Bianchessi e Bonaventura e Suso lasciati in eredità dalla gestione precedente. Non c'è un singolo giocatore preso da Mirabelli che sia stia dimostrando utile alla causa del Milan, non uno che sposti gli equilibri e sappia prendere in mano la squadra. Dove sono i grandi talenti che Massimiliano Mirabelli avrebbe dovuto garantire al Milan? io pensavo che questo signore fosse in grado di portare in rossonero i Milinkovic Savic, i Radja Nainggolan, i Marco Verratti, i Paul Pogba, i Paulo Dybala e i Kylian Mbappé prima ancora che i club di seconda e terza fascia si accorgessero della loro esistenza, invece mi sembra l'ennesimo venditore di fumo che sfoglia l'album delle figurine Panini mettendo a confronto le varie statistiche e, senza neanche farsi due conti in tasca e senza badare alle reali necessità della squadra, si presenta alla porta dei vari club felice come una pasqua nell'ostentare le ingenti risorse economiche messegli a disposizione dalla proprietà. Senza offesa, ma persino io saprei fare una cosa del genere. Chi vuol fare il dirigente di calcio in Italia deve capire che i tempi sono veramente cambiati, che all'infuori della Juve le altre squadre della Serie A non hanno più l'appeal di una volta e che anche i mezzi economici sono stati drasticamente ridimensionati. L'epoca dei Berlusconi e dei Moratti è finita, quel tipo di mercato fatto di grandi campioni ma anche di enormi sprechi non è più sostenibile in Italia. Ad oggi il calcio italiano ha bisogno di persone capaci, di professionisti seri che sappiano fare il proprio mestiere al meglio con quanto gli viene messo a disposizione e soprattutto che sbaglino poco. Se vogliamo davvero che società storiche come il Milan, ma anche tutto il calcio italiano in generale, si riprendano e tornino a competere con i grandi club europei, dobbiamo capire che l'inettitudine di personaggi come Fassone & Mirabelli è un lusso che non ci possiamo più permettere.