Quante sono le squadre che compongono il campionato femminile di serie A? Da quanti anni esiste? Quali sono le squadre di serie A? Chi conosce il nome di qualche giocatrice di calcio famosa? Quando inizia il campionato? Le risposte saranno tremendamente desolanti. E questa è la verità. Il calcio femminile esiste da diversi decenni, ha numeri importanti anche se inferiori a quelli di altri Paesi. Sono poco più di 20 mila le calciatrici, quasi 700 le società registrate e diverse che giocano a livello professionistico. Ma è un calcio percepito come neanche di serie B, è un calcio inesistente. Pensiamo alle informazioni tradizionali regionali. Si daranno notizie prima sulle squadre di serie A, poi B, poi C, poi dilettanti e poi zero. Ovviamente tutte rigorosamente maschili. Puoi anche avere una squadra di calcio femminile nella massima serie ed ignorarlo. Lo stesso vale per l'informazione nazionale e per i vari spazi televisivi dedicati allo sport. Ultimamente si è fatto uno sforzo di facciata. Si son invitate della calciatrici come ospiti, ogni tanto dicevano qualcosa, ma finiva lì. Anche nel settore dei videogame si è provato ad inserire qualche squadra di calcio femminile, limitatamente alle nazionali. Sforzo apprezzato. Ma la normalità è sentir dire che il calcio femminile non è e non potrà mai essere come quello maschile. Forse sarà vero, forse no. Sicuramente ad oggi è così sia per il livello di attenzione sociale sia per gli investimenti economici. Differenze abissali.Io quello che so è che se delle bambine vogliono giocare a calcio oggi in tantissime località devono fare una fatica pazzesca per trovare una realtà dove possano vedere accolto questo loro desiderio. E nella maggior parte dei casi, anche per dei pregiudizi sessisti pazzeschi se non razzisti, semplicemente a calcio non ci possono giocare. Soggette ad una discriminazione importante fin da piccole e costrette a praticare uno sport diverso. In Italia l'interesse per il calcio femminile, quelle rare volte che emerge, è solo di facciata, per sanare per ragioni mediatiche eventuali "discriminazioni", per avere la coscienza televisiva pulita,facendo il minimo essenziale, ma nella realtà delle cose è percepito come uno sport inferiore, diverso e che non merita alcun tipo di attenzione. Questa è la realtà, un problema culturale e sociale profondo. Poi se dobbiamo accontentarci delle favolette...