Nonostante io abbia un grande senso di riconoscenza e un affetto incommensurabile per Eusebio Di Francesco ritengo che la scelta della società nell'affidargli la panchina della Roma è un chiaro segnale di ridimensionamento.
Attenzione non è per sfiducia nelle capacità del tecnico abruzzese, tutt'altro, ma semmai per sfiducia nella dirigenza giallorossa.

Dico questo perché Pallotta consigliato dal fido Baldini e Baldissoni e compagnia cantante si sarà convinto che prendendo Di Francesco il mercato in uscita riguardante i pezzi migliori della rosa non avrebbe trovato ostacoli, soprattutto dall'interno della società; quanto ai tifosi e ai loro malumori ormai non fa più caso, quasi fossero "trasparenti". Ma questa "trasparenza" si è tradotta in un calo significativo ed evidente nelle presenze sia a Trigoria nel giorno del primo raduno stagionale e sia in quelle previste nel breve ritiro di Pinzolo. E anche sul fronte degli abbonamenti la stagione è partita con molto rilento e auspicare un'accelerazione a breve è abbastanza improbabile senza l'annuncio di qualche grande acquisto.

Tornando alle considerazioni iniziali la scelta di Di Francesco è stata significativa nel segno di un cambiamento sostanziale, con una lettura di ridimensionamento qualora i giocatori che sono stati venduti e quelli che da qui alla fine della sessione estiva di calciomercato verranno ceduti non verranno rimpiazzati adeguatamente con calciatori almeno di pari qualità.  Gli ottimi risultati ottenuti dal Mister giallorosso nella sua precedente esperienza al Sassuolo lo hanno iscritto in quella lista dei nuovi allenatori in rampa di lancio, pronti a rappresentare il futuro del calcio italiano; questo però deve essere supportato da del materiale tecnico superiore rispetto a quello presente nella società emiliana in quanto le ambizioni della Roma sono ben superiori a quelle del Sassuolo. E da parte del Mister ci saremmo aspettati una maggiore fermezza nel provare a fermare questa "emorragia" di giocatori cardine della passata stagione, considerato che tali elementi sarebbero stati altresì funzionali agli schemi del nuovo allenatore. Ora che le varie cessioni hanno portato un bel "gruzzolo" di denaro da reinvestire ( considerato pure il versamento per sistemare il financial fair-play) è il momento di andare a cercare quei elementi che devono coprire i ruoli da titolari ancora rimasti scoperti, in particolare nel reparto difensivo e completare quello offensivo con almeno una riserva all'unico centravanti attualmente di ruolo. Monchi è chiamato a dimostrare che le sue abilità che lo hanno messo nel novero dei più capaci ds d'Europa portando il Siviglia a conquistare Coppa di Spagna e Europa League possono ripetersi anche in un campionato difficile come quello italiano e più in particolare in una piazza come quella romana e romanista.

C'è molta impazienza tra il tifo giallorosso che in alcuni momenti quasi finisce per rasentare l'isterismo, aspettare un nuovo ciclo sotto la direzione dell'ex centrocampista della Roma di Capello e Zeman diventa un muro insormontabile che solo il gruppo che si sta formando e che si sta preparando a una ennesima lunga stagione potrà aiutare a scavalcare vincendo fin dalle prime partite ufficiali e creare così le basi per una crescita che stavolta si spera sia esponenziale.