Raggiungere il Paradiso per poi cadere improvvisamente all’Inferno.
Il Purgatorio è luogo sconosciuto per i giallorossi in versione Champions League. Due settimane dopo la remuntada casalinga contro il Barcellona, la Roma crolla nella bolgia di Anfield sotto i colpi dell’ex Mohamed Salah.

Di Francesco non riesce a ripetere il capolavoro tattico della sfida con i blaugrana. Il 3-5-2 che tanto problemi aveva portato alla squadra di Valverde, non ha avuto gli stessi frutti con il Liverpool di Jurgen Klopp, nel solito formato 4-3-3 con pochi fraseggi, tante verticalizzazioni e transizioni veloci.

La linea giallorossa è sembrata da subito in grossa difficoltà, soprattutto nella parte sinistra dove Juan Jesus e Kolarov hanno difeso malissimo di reparto infatti, mentre il secondo si alzava per chiudere sull’esterno basso dei Reds, il primo non accorciava mai sul fenomeno egiziano che con grande facilità si girava e puntava la difesa romanista. Le rare volte in cui Juan Jesus ha provato ad alzarsi, ha permesso a Salah di tagliarli alle spalle, lasciando 40 metri di campo aperto al giocatore più veloce e determinante d’Europa.

Il tardivo ritorno al 4-3-3 con l’ingresso di Perotti e Gonalons, ha migliorato la situazione ormai però a partita compromessa. I due gol nel finale, tengono ancora in vita la Roma, che sarà chiamata ad un’ennesima impresa tra otto giorni. 

Di Francesco dovrà studiare qualcosa di diverso per bloccare le ripartenze veloci del tridente velocissimo del Liverpool.
Fondamentali saranno le chiusure preventive, importanti per chi come la Roma dovrà attaccare senza lasciare tanto campo ad una squadra così veloce e pericolosa in transizione.
Ovviamente con Juan Jesus in panchina, o in tribuna, a tifare per i compagni, sperando che nessun giovane calciatore, con il sogno di diventare un difensore, lo abbia visto muoversi sul campo verde di Anfield.