Fiumi di chiacchiere, di giudizi affilati come lame, di consensi e di proteste, di favorevoli e contrari ma con una sola verità: quanto ci piacciono queste festività in compagnia del nostro campionato o Coppa Italia che sia, si ha la sensazione di non potersi fermare a riflettere, di non potersi concedere un attimo di riflessione o di celebrazione, l’euforia post vittoria viene celermente sostituita dall’ immediata preparazione al match seguente, la delusione della sconfitta non può serpeggiare per più di 24 ore perché il calendario non ti aspetta

Tutti sulla giostra senza biglietto e senza poter annoverare diritti di abbandono, il campionato è più cinico che mai con le sue dolci verità e le sue dure sentenze. Le dolci verità di Napoli e Juventus che si confermano ancora una volta i veri cavalli di razza della scuderia della Serie A, il purgatorio delle romane dal sapore contrastante a tratti gustoso ma anche disdicevole, in attesa di una consacrazione vera e propria, regine della loro contea europea ma spesso timidi compagni indecisi del campionato nostrano tra polemiche arbitrali ed errori decisivi nei big match. 

Da Roma a Milano, passando per Firenze perché sotto l’albero di Natale si è intravista la presenza di un bugiardo, non si sa bene come né quando, non si sa neanche bene su cosa abbia mentito e perché abbia mentito ma fatto sta che un bugiardo c’è, come tutti gli anni. Nel mese di novembre ha mentito l’Atalanta: ci avevano raccontato di una squadra incapace di gestire un impegno continentale, di un gruppo orfano degli addii estivi dipendente solo dal genio di Alejandro Gomez, poi la verità si é concretizzata in un allenatore sapientemente in grado di alzare ulteriormente il livello sfoggiando nuovi preziosi gioielli e migliorando i diamanti grezzi già presenti, diamanti così luccicanti da mettere in ginocchio realtà europee ben più valide della Dea, almeno sulla carta..

Il bugiardo di fine 2017 è a Milano e solo il preponderante giudizio di questo campionato senza sosta potrà svelarne l’identità.

INTER. I nerazzurri di Spalletti si sono nascosti sotto l’ombra dell’umiltà e del sacrificio creando, nella prima parte di stagione, una perfetta armonizzazione tra i progetti onirici di grandezza del Suning e la realtà cruda, scaltra e opportunistica del campo. Spalletti è stato geniale nel riuscire ad avvicinarsi al meglio preoccupandosi prima di ogni altra cosa di evitare il peggio. Nessuna crociata né battaglia, nessuna sfida, poche parole e più fatti ben consapevoli che a fine anno conteranno i punti e non la qualità poi, inavvertitamente, qualcosa si è rotto, i fantasmi del passato si sono ripresentati ad Appiano e ora più che mai, con una rosa corta e i vecchi limiti sempre furbescamente ignorati dall’ambiente nerazzurro, serve qualcosa di forte, qualcosa che stupisca nuovamente i detrattori e, il campionato, saggio, sadico e curioso ha assegnato all’Inter la sfida più azzeccata sotto ogni punto di vista per dare una risposta che difficilmente passerà inosservata in ogni caso. Inter-Lazio.

MILAN. Il Diavolo ha speso tutti i suoi risparmi alla ricerca di abiti eleganti per corteggiare il campionato e attrarlo ma, il campionato è un’affascinante signora ben più intelligente di quanto si possa pensare che non si fa ammaliare dallo sfarzo e dalle parole pompose e ha subito bocciato le presunte doti dei rossoneri. Da ottobre ad oggi si è susseguita una girandola di colpevoli e di ipotetici errori che ancora non hanno una dimostrazione del tutto inconfutabile, il mondo ha riso e banchettato sulle sciagure di questo piccolo Milan che credeva di essere grande ma, nel momento più basso della stagione, nell’istante in cui il vecchio Diavolo si è ritrovato nudo, tartassato dai pomodori della gogna pubblica, con la lacrime di rabbia agli occhi, ha avuto la meglio sui brillanti cugini adorati da tutti ma non basta, non può bastare perché ancora nessuno teme il Diavolo e soprattutto perché come citato all’inizio, ancora non è stato scovato il bugiardo, per questo il campionato ha riservato una sfida importante anche per il titubante Milan di Gattuso. Fiorentina-Milan

Chi ha mentito?

LM