Inizio con una doverosa premessa: il calcio di oggi, quello degli sceicchi e dei magnati, non è più quello di 15 o 20 anni fa. Sembra una frase banale, e magari lo è pure, ma se non avessimo chiaro questo concetto in mente non potremmo seguire un filo logico per il discorso che stò per fare. Io ho avuto la fortuna di crescere con il calcio degli anni novanta e dei primissimi anni duemila, il calcio dei vari Baggio, Zola, Zenga, Nesta, Cannavaro dei Del Piero, Inzaghi, Totti, Bergomi, dei Nedved, Costacurta, Batistuta, Ronaldo, Maldini e chi più ne ha più ne metta, in rigoroso ordine sparso sia anagrafico che di fede calcistica.Altri tempi dicevo, di certo anche a quei tempi si vedevano i voltagabbana, ma sicuramente esisteva, molto più di adesso, il concetto di bandiera. Concetto che, haimè, negli ultimi anni sta venendo sempre meno.La prima cosa che viene alla mente è che i giocatori, ormai, seguono solo i soldi.Ma parliamoci francamente: non è forse sempre stato così?Che io sappia anche vent'anni fa i calciatori guadagnvano fiori di quattrini, non certo due lire.Se proprio dovessimo esser scandalizzati dal fatto che il nostro beniamino vada in una squadra, possibilmente rivale, solo per denaro dovremmo scandalizzarci proprio a monte dal momento che il meno pagato dei calciatori della serie A percepisca uno stipendio almeno 10 volte più alto di un operaio per giocare a pallone invece di spaccarsi la schiena. Parliamo però della fede ai colori senza scadere negli stereotipi nudi e crudi. Dobbiammo analizzare il tutto sotto un'ottica il più cinica possibile, ovvero guardare al mestiere del calciatore per quello che è: un mestiere (ripeto, tratteniamoci dagli stereotipi). Alzi la mano chi di voi, nella propria personale carriera, non gli piacciano avanzamenti.Con tanto di progetti più intriganti e aumenti di stipendio.Penso nessuno.E lo stesso vale per i calciatori. Se Higuain ha scelto la juve perchè gli dava prospettive migliori e più denaro, contando pure sul fatto che non scorreva più buon sangue fra lo stesso ed il presidente della società partenopea che motivo aveva di rimanere al Napoli?Per cuore?Non raccontiamoci favole, per quanto io sia affezionato al "romanticismo calcistico" che ruota attorno alla fede ed all'attaccamento alla maglia essendo cresciuto, come dicevo, con un calcio d'altri tempi, non biasimo assolutamente la scelta di Higuain.Sfido qualunque tifoso Napoletano a lavorare per un'azienda il cui capo non ha un buon rapporto con voi, con un progetto lavorativo meno intrigante ed una paga inferiore ad un'altra Azienda che vuole assumervi "solo" perchè i clienti della vecchia azienda vi sono affezionati, come se gli dobbiate qualcosa.E pensate che quel qualcuno possibilmente è pronto ad insultarvi se due o tre volte non lavori al meglio (nel caso del pallone sappiamo benissimo che se un giocatore ti sbaglia due o tre partite di fila i tifosi, ingrati ipocriti, sono pronti a fischiare allo stadio e a dirne una vagonata). Ma non divaghiamo. Ora provo a vedere il tutto dal punto di vista del tifoso che ha perso (quasi sicuramente) uno dei suoi beniamini: parliamo di Pogba. Se per Higuain posso capire la scelta permettetemi di non condividerla per Pogba. Per il francese il discorso cambia.A livello progettuale il Manchester United non ha nulla da offrire in più della juvenus, anzi, diciamo che ha da offrire molto meno dato che i Red Devils sono un cantiere aperto, dato che il prossimo anno non giocheranno nemmeno la Champions ed il miglior palcoscenico su cui si esibiranno è "solo" l'Europa League. A livello di caratura tecnica, soprattutto alla luce dei nuovi acquisti e considerando l'impianto base delle due rose, la Juventus è nettamente sopra.A questo punto rimane solo il vil denaro.Esattamente, Pogba è più mercenario di un Higuain.Avrei salutato con gioia il polpo se fosse sbarcato al Real, al Barca, certo, non senza un pò di delusione, ma davvero, il Manchester United proprio non lo capisco. Tornando all'esempio del dipendente: E' come se io lavorassi per un'azienda già molto importante del suo settore, fra le migliori del mondo.Ho un rapporto idilliaco con colleghi e superiori, la stessa azienda ha progetti ambiziosi ed accattivanti, progetti costruiti attorno a me medesimo che svolgo un ruolo chiave per la loro realizzazione e la cui azienda non si è mai risparmiata di ripetermelo.Inoltre la stessa azienda mi paga bene, non tanto quanto potrebbe pagarmi l'altra ditta che vuole assumermi, ma parliamo sempre di cifre da capogiro e son sicuro, tra le altre cose, che nell'immediato futuro potrò avere aumenti di stipendio ed avanzamenti (ulteriori) di carriera.L'unica cosa, reale, che ha da offrirmi l'altra ditta è uno stipendio ben più lauto, ma con progetti meno ambiziosi, lavori più umili, e palcoscenici meno importanti, tralasciando il fatto che dovrò ambientarmi con nuovi colleghi e superiori, il che non è assolutamente detto che possa andare tutto per il meglio. Non so voi, ma io non credo che accetterei.Poi è questione di carattere.E proprio quì casca l'asino. Ripeto, viviamo nel calcio dei magnati e comandano i soldi, bandiere ce ne sono sempre meno, e quindi anche meno spazio ai sentimentalismi.Auguro ugualmente a Pogba di fare una grande stagione se dovesse sbarcare, come sembra, nel suo ex club. Ma per me lui rimarrà sempre un mercenario, più di Higuain. Ma come diceva qualcuno: i giocatori e gli allenatori passano, la Juve resta.E come sempre #FinoAllaFine.