Nel calcio ipertattico di oggi è sempre più difficile,quasi impossibile saltare l'uomo con facilità. Le distanze tra i reparti sono corte e gli spazi per la giocata individuale sono sempre più ridotte. Una squadra ben organizzata in fase di non possesso non permette all'avversario neanche di guadagnare metri con il fraseggio. Se il giropalla è lento e sei sotto contro una squadra ben organizzata in difesa diventa difficilissimo avvicinarsi all'area di rigore, soprattutto nel finale di gara quando subentra la stanchezza. Per questo occorre avere una soluzione alternativa che permetta di cambiare stile di gioco, un punto di riferimento sulle palle alte in grado di far salire la squadra. E questo punto di riferimento non può essere il vecchio centravanti lento e goffo che non è poi in grado di arrivare velocemente a finalizzare. Serve che questo punto di riferimento sia un centrocampista. Queste sono le caratteristiche del centrocampista 2.0 che ogni allenatore vorrebbe, quello capace di legare il centrocampo e l'attacco. Per questo Inzaghi ha fatto di Sergej Milinkovic Savic un punto fermo della sua Lazio come Mourinho ha fatto per Marouane Fellaini. Due centrocampisti mostruosi, capaci di abbinare tecnica e forza fisica, in grado di sradicare palloni agli avversari con una facilità impressionante e di rivoltare il fronte d'attacco con la loro dinamicità. Entrambi abili a ricoprire una posizione avanzata accanto alla punta e allo stesso tempo una più arretrata al centro del campo. Pericolosissimi ovviamente sulle palle inattive. Si tratta però di merce rarissima, che perciò acquisisce ancora più valore. Il credo del tiki taka d'altronde comincia a scricchiolare chissà se vedremo sempre più giocatori di questo tipo in futuro, che tra l'altro sono anch'essi un belvedere.