L’antisemitismo non è una barzelletta. Il razzismo non è uno slogan. Sono problemi sociali che hanno storicamente determinato mostruosità. Gli stadi sono diventati spesso il megafono di sentimenti malvagi, di odio, di cattiverie. Anno dopo anno si è faticato e non poco per cercare di fermare i teppisti del calcio, i violenti, i disgraziati che avevano a cuore solo la violenza, il tifo era un pretesto. Bande di delinquenti, spesso neofasciste, estremiste, radicalizzate, che usavano la curva solamente per sfogare probabilmente i loro disagi esistenziali. Ci son voluti anni di lavoro, di comunicazione ed anche di repressione oltre che di prevenzione per cercare di riavvicinare le famiglie allo stadio. Il pugno duro va usato. La fermezza deve essere inevitabile.
Squalifica a vita dagli stadi e non un banale cartellino giallo od una semplice espulsione a tempo per chi si rende responsabile o condivide moralmente atti razzisti, di odio razziale, di antisemitismo o di qualsiasi altra discriminazione.

Quanto accaduto a Roma è semplicemente un colpo allo stomaco incredibile. Qualche mente diabolica, che ben conosce la storia e conosce bene il senso dei simboli che ha utilizzato, ha deciso di diffondere adesivi con l'immagine di Anna Frank con la maglia della Roma, di realizzare scritte antisemite di ogni tipo. La matrice, per quello che è emerso nei principali siti che hanno riportato la notizia è di alcuni tifosi laziali. Una notizia che ha avuto una diffusione importante, meno di quando per le strade di Roma ci furono scritte similari come "Laziale ebreo" o "Anna Frank tifa Lazio". 

Forse perchè la forza dell'immagine è più devastante di quella di una scritta sul muro o semplicemente perchè accaduto all'interno dello stadio e non all'esterno, dove tutto, in questo caso, può essere visto in modo diverso. Un diverso in ogni caso osceno in una competizione tra alcune componenti delle tifoserie tanto disgustosa quanto criminale.

Certamente non si può scaricare tutto il peso sulle spalle di una sola società calcistica per affrontare questo problema, che si ripete puntualmente in certe occasioni anche se ogni volta in modo diverso, ma i contenuti son sempre gli stessi. Società che rischiano anche di essere ricattate e ciò dovrebbe essere ben noto. E’ possibile almeno identificare gli autori di quel gesto schifoso in uno stadio pieno di telecamere? Una volta individuati vanno banditi dagli stadi a vita. Questo è il minimo.
E non solo gli autori, ma anche tutti quelli che manifestano solidarietà con costoro. D'altronde non è difficile individuarli, basta partire dalle pagine dei social...