I milioni - 63 sono i milioni spesi dal Milan (tra questo e il prossimo esercizio), per André Silva e Kalinic, rispettivamente arrivati per 38 e 25 (5+20) milioni di euro. Il colpo che avrebbe dovuto infiammare il cuore dei tifosi, al secolo Aubameyang, Belotti, Diego Costa, Cavani, Benzema, Aguero (in ordine di veridicità, vicinanza e fattibilità presunta) non è arrivato. Certo, Silva - grazie anche al suo illustre sponsor da Madeira - ha margini enormi di miglioramento; ha fisico e presenza in area, nonché stacco e discreta tecnica, ma sembra ancora acerbo o "impreparato" tatticamente rispetto al calcio italiano, più tattico e meno propenso al cadenzato ritmo di "fado". Il croato, dal canto suo, ha esperienza nel nostro campionato, conosce Montella e il suo gioco, non segna tanto, ma è funzionale al gioco: crea spazi, fa salire la squadra, permette inserimenti alle sue spalle. In un marasma di commenti spesso bifourcuti sulla bontà delle suddette operazioni, e tra i due non così illustri litiganti, gode il terzo, Patrick Cutrone, che in altre gestioni avremmo forse già visto in altri lidi, ma che, anche complice un precampionato esaltante, ha complicato - e non poco - i piani di Montella, de facto divenendo al momento insostituibile, sia che si continui con i 3 attaccanti davanti, sia che si passi a 2.

I numeri - Silva ha preso la maglia pesante numero 9, con la quale nessuno ha sinora sfatato il maledetto tabù del dopo-Super Pippo, (vedi Pato, Matri, Torres, Destro, Lapadula). Kalinic, invece, l'altrettanto pesante maglia numero 7, con cui un ucraino ha incantato il mondo, e segnato ovunque. Bene, 9 x 7 fa 63, tutto nel filo del discorso. Si aggiunga che il numero di maglia del "vispo" Patrick è proprio il 63, allora il cerchio "mistico", tra superstizione, numerologia e cabala si chiude. E se Cutrone dovesse mantenere le aspettative, nonché le attese, e di gol farne magari proprio 63 (o giù di lì, non siamo così superstiziosi, né pretenziosi), magari spalmati su 3 anni, beh nessuno si lamenterebbe. Montella meno che mai.

A Roma, dunque, sarà ancora una volta "Mister 63", dal nome straniero (si spera faccia meglio di Kluivert, o forse già lo ha fatto), ma dal cognome, dal tatticismo e dalla fame tutti italiani, a guidare l'attacco del Milan, lasciando 63 milioni in panchina, ancora per un po'.