Ciao Cristiano,

permettermi di darti del tu come si fa ad un amico. In questi anni ho avuto modo di vedere, anche sulla mia pelle, che non fai veramente parte di questo pianeta. Insieme a te, una pulce di Rosario, tuo eterno rivale e, immagino, anche tuo metro di paragone e stimolo per migliorarti. Ho sentito talmente tante volte fare i confronti dagli addenti ai lavori, che mi sono fatto la mia idea personale: e se questi arrivassero dallo stesso pianeta lontano? Si, perchè mi immagino un mondo tutto diverso, idilliaco, dove si insegna a giocare al calcio e non a farsi la guerra.

Il tuo ultimo capolavoro lo hai fatto martedì proprio contro la mia Juventus, vittima da te preferita nei palcoscenici europei. Se questo da un certo punto di vista mi "addolora" e riempie la mia testa di imprecazioni, dall'altro mi fa capire quanto in alto sia arrivata la compagine bianconera; per giocare contro di te bisogna esserci in quella Coppa così affascinante e questo è per tutto il popolo bianconero motivo di orgoglio.

Non dare peso ai fischi che ti abbiamo riservato martedì. Sono ben diversi da quelli sentiti qualche giorno prima a per Bonucci. Erano dimostrazione della paura e della stima che il popolo bianconero ha nei tuoi riguardi. Chi ama questo sport non può odiarti; certo sei un ragazzo pieno di te, ma questo non vuol dire che tu non sia l'essenza del calcio. Fisico, tecnica, velocità, caparbietà, senso del gol; dovessi creare un giocatore perfetto, in laboratorio, lo farei esattamente come te. 

Come hai potuto apprezzare martedì, il popolo bianconero ultimamente ha il palato fine: gli innumerevoli successi ci spingono (a noi tifosi) a chiedere sempre di più. C'è una sola cosa che ormai manca da molto tempo dalla nostra bacheca; quella coppa per la quale ci deridono da più di venti anni, la Champions League. Quella che tu reputi il tuo salotto di casa, dove riesci a essere decisivo anche seduto sul divano indossando le pantofole. Io, e tanti altri tifosi, ti abbiamo tributato un applauso che solo i migliori possono avere. Per tua stessa ammissione è la prima volta in carriera che un pubblico avversario si inchina ai tuoi piedi. Le tue parole di ringraziamento a fine partita hanno reso, a noi tifosi, la sconfitta meno amara. La tua riconoscenza ti ha reso, agli occhi di tutti, più umano di quanto tu (sportivamente parlando) possa essere. 

Ti scrivo questa lettera non soltanto per dichiararti la mia ammirazione, ma anche per proporti una sfida. Hai sempre avuto parole al miele per la mia Juventus, hai anche confidato di tifare i colori bianconeri quando eri piccolo; in passato ci hai sfiorato per tua stessa ammissione (Matador maledetto...). Che ne dici di portarci sul tetto d'Europa?

Hai vinto tutto le sfide che ti si sono parate davanti. Hai vinto in Inghliterra, in Spagna, in Nazionale... la tua storia nel calcio, però, non può ritenersi completa senza una vittoria sul territorio italiano. Siamo in un momento di crisi, ma le pagine più belle del calcio sono state scritte in Italia. Perchè allora non accettare una sfida talmente difficile, che se vinta può veramente eleggerti sul trono del più grande di sempre? 

Ti faccio un caro saluto, Cristiano. Sperando che mercoledì il miracolo avvenga e che tu, magari, possa farci i complimenti per qualcosa di diverso.

Con affetto,

Federico