Si parla e dibatte spesso del valore di un giocatore. Dal valore della prestazione, al valore di tutti gli insiemi che alla fine determineranno anche il prezzo del giocatore. Perchè il giocatore ha un prezzo. Non lo ha la vita, ma lo ha la prestazione del giocatore, ciò che rappresenterà, oggetto di culto e mercato, non più soggetto.

Ma cosa determina o cosa deve determinare il valore di un giocatore di calcio? Cosa e chi deve determinare il valore della sua prestazione? Del suo rendimento?
Potranno mai esistere parametri oggettivi?  Come è possibile che un giocatore nel giro di una stagione possa passare da qualche decina di milioni di euro a qualche centinaia di milioni di euro di valore?

Può bastare una stagione, una sola stagione calcistica, anche ai limiti della perfezione, per sancire un simile valore e prezzo di mercato? Valore e prezzo coincidono sempre?
E quando si rischia di cadere nel circolo vizioso delle speculazioni? Forse introdurre della gradualità, della proporzionalità, delle scale dei valori che anno dopo anno andranno a determinare il valore di un giocatore, potrebbero essere fattori utili ad aiutare il calcio a tutelarsi maggiormente da operazioni finanziarie ed economiche semplicemente scandalose e che vanno contro ogni morale accettabile ed etica plausibile?

O si collocano dei paletti stabili e ferrei oppure non se ne uscirà più da una situazione diventata ingestibile che comporta spostamenti di danari pazzeschi in circuiti non sempre trasparenti e chiari.