Ci sono calciatori che fanno la differenza, in tutto e per tutto. Calciatori che fanno sentire la propria assenza e che, al loro rientro, spaccano le partite, entrando subito in condizione e rendendosi decisivi.

Poi ci sono quei calciatori imprescindibili, che ovunque si mettano, riescono a essere stabili. Che possono giocare da soli e sanno di poter sbagliare poco e niente, calciatori che diventano fenomeni. E ci restano, vincendo Palloni d’Oro, vincendo nel proprio paese e nelle competizioni internazionali. Perché vincere aiuta a vincere. Aiuta a essere campioni.

In due minuti di Juventus-Real Madrid si è vista una netta differenza tra Paulo Dybala, la “joya” bianconera, e Cristiano Ronaldo, stella madrilena. Argentino come Lionel Messi, acerrimo “nemico” di CR7, Dybala ha finito anzitempo il suo quarto di finale. Probabilmente anche la sua Champions, visto che ormai le possibilità di un passaggio del turno della Juventus si sono assottigliate di parecchio e lui non giocherà la gara di ritorno.

Sì, Dybala è stato espulso per doppia ammonizione. Più che per la seconda, fa riflettere la prima: simulazione. Nella seconda metà del primo tempo, il 10 juventino entra in area e cade, in cerca del rigore. L’arbitro non lo concede, lui si alza e senza protestare si becca anche il giallo. Un anno fa, ai quarti di finale, trascinava la sua squadra disintegrando il Barcellona all’Allianz Stadium: oggi va sotto la doccia, con uno 0-3 sul groppone e soltanto con la speranza che i suoi compagni facciano il miracolo tra una settimana al Bernabeu di Madrid.

Inutile parlare di Cristiano Ronaldo, lo hanno già fatto in tanti. La rovesciata dello 0-2, sebbene nata da un errore difensivo del bianconero Chiellini, ha fatto il giro del mondo in pochi secondi, facendo innamorare i più appassionati e lasciando a bocca aperta anche i più piccini, persino i tifosi avversari che, per l’occasione, non hanno potuto fare a meno di applaudire.

Il 7 del Real Madrid si è dimostrato un trascinatore senza precedenti, togliendo qualsiasi dubbio sulla mole di palloni d’oro vinti in questi anni. Non a caso è pluri Campione d’Europa, ha infranto tutti i record di marcature infrangibili. Il portoghese ha numeri da capogiro e, dopo una doppietta nella finale di Cardiff, ne fa un’altra a Torino. 

La differenza è proprio lì: un Dybala che non è riuscito a incidere, un Ronaldo che continua a stupire. C’è chi, come Mario Sconcerti, ha dichiarato che l’ala del Real Madrid farebbe panchina alla Juventus e che nessuno riesce a giocare come Dybala. La verità, invece, è che la Joya è sicuramente un grandissimo talento, ma con ancora margini di crescita: Ronaldo è all’apice, imprendibile probabilmente anche dopo il giorno del suo ritiro.

E forse proprio dopo quel giorno, in Europa, ci sarà spazio per gli altri. Perché comanda lui, detta legge CR7. Gli altri stanno a guardare lui che salta in cielo e spicca il volo, trafiggendo la porta avversaria. Tutti lo ammirano, anche i talenti. Anche Dybala.