Hai capito come ti trattano in Inghilterra? Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi li zittisci vincendo, poi sbagli, quindi ti sputano addosso veleno e consumano così il loro piatto di vendetta freddissimo, senza alcuna pietà.

Antonio Conte
non aveva fatto subito breccia nei cuori dei tifosi del Chelsea a causa dei risultati iniziali deludenti. Le sconfitte che risalgono alla stagione scorsa in rapida successione contro Liverpool e Arsenal avevano provocato una frattura che sembrava insanabile con l'ambiente londinese. Il salentino è stato capace di mettere a tacere tutti nel giro di pochissimo tempo inanellando una serie di vittorie impressionanti durata fino al primo turno del girone di ritorno (arrivò la sconfitta indolore per 2 a 0 contro il Tottenham, ndr). 

Nella penultima giornata di campionato, arriva il fatidico titolo di campione d'Inghilterra grazie alla vittoria contro il West Bromwich. Il Mirror lo celebra come un Garibaldi 2.0 e il giorno dopo titola: "Conte delirious at Chelsea." Il Guardian ne esalta l'acume tattico: "Conte ha raggiunto una quota altissima grazie alle sue intuizioni tattiche, che permettono al Chelsea di vincere anche l’oscar del mercato. I tre acquisti che hanno cambiato faccia al club londinese – Kanté, David Luiz e Marcos Alonso – sono arrivati a prezzi relativamente contenuti". Il Daily Mirror che ne parla come un rivoluzionario del calcio, meglio di Guardiola e Mourinho.
Il tifo impazzisce di gioia alla conquista del titolo e al ritorno in Champions League di una squadra che l'anno prima aveva ottenuto a stento un decimo posto. Un risultato negativo propiziato dai disastri di José Mourinho "rimasto in carica" fino al 17 dicembre del 2015. Tutto pareva diverso e totalmente trasformato. Il merito era tutto da attribuire a questa sorta di genio dal nome Antonio Conte che nella Juventus era stato capace di prendere una società dalle sabbie mobili e portarla a riprendersi il primato assoluto di "regina d'Italia" con la vittoria di tre Scudetti e due Supercoppe Italiane. I dolori erano scomparsi, le ferite erano state cicatrizzate, la festa contagiava il tifo Blues

Un anno dopo, parlare di questa che veniva denominata come "un'impresa in stile Leicester" fa strano per come ora viene trattato quel profeta italiano. Su Twitter è finito in tendenza anche l'hashtag "Conteout", dimostrazione del malcontento e dell'aria pesante che si inizia a respirare a Londra.
Il fatto che la Champions sia diventata un miraggio, quasi impossibile recuperare i dieci punti che separano il Chelsea quinto dal Tottenham quarto, non va giù ai tifosi e alla dirigenza che comincia a dare segnali chiari all'allenatore, del tipo "Con-te, non andremo più avanti." Fatale è stato il pareggio in casa contro il West Ham, altra rivale storica del club di Abramovich, che ha spento definitivamente le speranze europee. Durissime sono le critiche rivolte verso il tecnico leccese: il non saper valorizzare i campioni; l'essere troppo attaccato alla tattica quando, invece, l'anno scorso il Guardian sottolineava questo aspetto; "l'essere troppo italiano", come se fosse un'offesa.
Questa sì che è una discriminazione e una provocazione bella e buona verso il nostro calcio che sarà anche privo di campioni, ma dalla nostra patria sono usciti due allenatori, cara Inghilterra, che hanno vinto le ultime due Premier League: Claudio Ranieri e, appunto, Antonio Conte. E questo sarebbe il ringraziamento?

Dopo Ranieri con i calciatori, i quali credendosi tutto assieme "fenomeni" si misero di traverso spingendo di fatto all'esonero del mister ora al Nizza, anche Conte è destinato a fare la stessa fine. Solo che in questo caso a spingere per un suo addio non sono soltanto i calciatori, ma tutto l'ambiente che è pronto a scaricarlo dietro un angolo a fine stagione. Il bello è che non verrà nemmeno riconosciuto la passione che ha ridato alla piazza, allo stadio.

Nessun attestato di gratificazione che sarebbe, forse, chiedere troppo. Non gli verrà detto: "Thank you and goodbye!". Semplicemente un "goodbye", del quale uno come Antonio non saprà che farsene...