Ogni volta che affrontiamo il Barcellona gli stimoli salgono alle stelle, l'ambiente si carica di aspettative e i giocatori non vedono l'ora di misurarsi contro quei campioni che in un paio d'anni son riusciti a vincere tutto ciò che era possibile. Per non parlare di noi tifosi che, delusi da una manovra mai convincente, siamo sempre lì ad attendere il definitivo cambio di marcia.

Serata perfetta, Stadium stracolmo, scenografia ambigua (con Mandzukic in panca) ma accattivante e che sta a rappresentare la grinta che tutta la gente bianconera pretende di vedere in campo. 

Allegri, disturbato dall'ennesimo guaio muscolare di Chiellini, è costretto a rivedere l'undici di partenza e a modificare l'assetto tattico con un curioso, quanto interessante, 3-4-2-1. Ma perchè attendere sempre gli eventi infausti per decidere di sperimentare nuove soluzioni? Era già accaduto con Cuadrado terzino a causa dell'infortunio di De Sciglio e della gara da recuperare, è successo di nuovo a causa di un infortunio dell'ultimo minuto.

Valverde, dal canto suo, conscio della virtuale ottenuta qualificazione, concede riposo a qualche jolly, tra cui spicca Leo Messi. Non c'era motivo di rischiarlo o di affaticarlo ulteriormente per una partita che, nonostante un'eventuale sconfitta, avrebbe avuto comunque poco da dire. Ma il Barcellona, pur senza la pulga in campo, è sempre il Barcellona; peccato che la serata di ieri ha detto il contrario, non per le qualità schierate, quanto per la mancante e comprensibile volontà di dare il massimo.

La Juve per questo Barcellona è stato un buon allenamento in vista del campionato; i blaugrana mai son parsi in affanno, così come mai si son prodigati più del consentito ad offendere con convinzione. 

Ciò che invece non mi dà pace è il nostro di atteggiamento: guardinghi al punto giusto, con una difesa a 3 di stampo contiano pronta e puntuale (Benatia su tutti), ma con i soliti noti a deludere come di consueto. Khedira è un fantasma da un mese a questa parte, peccato che Allegri non solo non riesca ad accorgersene, bensì ne esalti le prestazioni ad ogni fine partita; Pjanic non è totalmente recuperato dal fastidio muscolare e non risulta più brillante come nelle partite precedenti al suo infortunio; i cursori, Cuadrado e Alex Sandro, alle volte regalano show degni di una copertina a "Mai dire gol", in modo particolare il brasiliano, ombra di se stesso, che forse sarebbe stato meglio dirottare sul primo volo per Londra in cambio di un bel forziere di monete della Regina.

Dybala, migliorato notevolmente rispetto alle ultime uscite, si concede sprazzi di personalità anche sul terreno di gioco, oltre che fuori, non risultando, tuttavia, determinante, ma rischiando seriamente di esserlo a tempo scaduto con un tiro che a molti ha ricordato quello del parziale 2-0 contro i blaugrana nella passata stagione. Ma quando "gira" Paulo, automaticamente e inspiegabilmente, si oscura Higuain; il Pipita è apparso volenteroso ma mai pungente, spesso impreciso e confusionario, mai realmente pericoloso. Douglas Costa, invece, partito bene, con tanta vitalità e con tanti spunti che gli son propri, si è lentamente dissolto fino a scomparire dal match; nel secondo tempo non c'è praticamente mai stato.

Quello che realmente mi fa imbestialire però è l'atteggiamento del tecnico bianconero, non tanto rinunciatario quanto accomodante, costantemente impegnato a volersi accontentare pensando che la prossima sarà sempre la gara buona. Se inizialmente aveva stupito tutti con una rivoluzione tattica, seppur forzata, durante il match si è rivestito a pieno dei suoi panni, caratterizzati da mancanza di polso, di ambizione, di carattere. 

Siamo passati duque da una formazione tendenzialmente offensiva (anche se non di fatto), ad uno schieramento dichiaratamente timoroso e tutto rivolto a conservare quel "vitale" pareggio a reti bianche, che poi ci consentirà di giocarci tutto in Grecia. L'inserimento di due cattura-palloni come Marchisio e Matuidi al posto di Douglas Costa e Cuadrado sono segno inconfutabile di un allenatore che, a quanto pare, non rispecchia più in alcun modo il motto bianconero e che quindi non si sposa più con la filosofia juventina. Non sono novità dell'ultim'ora, bensì abitudini ben rodate e che, quelli dalla memoria più lunga, ricorderanno esser avvenute svariate volte: una su tutte, in quella triste serata di Monaco di Baviera. 

Quel Barcellona venuto a Torino con in mente un implicito ma chiaro "volemose bene", sarebbe potuto esser la rampa di lancio per ravvivare una stagione che, fino ad ora, resta sbiadita e che di certo non consente ai supporters bianconeri dei pensieri a lungo termine, ma anzi fa respirare a pieni polmoni un'aria di rassegnazione.

La consueta halma ormai ha stufato, c'è bisogno di cambiamenti e anche drastici; nonostante la Juventus non sia solita all'esonero di tecnici a stagione in corso, è quanto meno indispensabile rifletterci su, in quanto Allegri ha ancora una volta dimostrato di non avere in mano la squadra, di essere in confusione totale e di possedere pochissime e confuse idee da distribuire ai suoi calciatori. Si prenda esempio dal Bayern.