Nella canzone “The Fighter” dei Gym Class Hero, c’è una frase emblematica: “Half the population is waiting to see me fail”, metà della popolazione è in attesa di vedermi fallire. Ecco, è questo che probabilmente ha pensato tuti i giorni Marouane Fellaini fino a poco tempo fa. Il belga ha passato di tutto, è stato costretto ad affrontare l’odio e gli insulti non solo dei tifosi di calcio in generale, ma anche di quelli del club per cui gioca. Ma lui non si è dato per vinto, sfidando le avversità a testa alta, come un guerriero.

Un insolito senso di felicità sembrava aleggiare sul “Theatre of Dreams”, mentre l'ultimo fischio dell’arbitro Mike Dean risuonava in un noioso e coperto pomeriggio a Manchester. Non è stato il meteo a rendere l'occasione particolare, né il roboante 4-0 su un Crystal Palace poco brillante. Era stata la comparsa di un nome sul tabellone luminoso, un nome che appariva non una, ma ben due volte.

Fellaini si era sollevato due volte verso il cielo per andarsi a prendere la sua prima doppietta con la maglia del Manchester United. Due colpi volanti, il suo marchio di fabbrica.

Fellaini non ha mai ricevuto troppo amore dai fedelissimi dell'Old Trafford, fin dal suo arrivo dall'Everton come la guardia fidata di David Moyes. Le cose erano molto diverse a Goodison Park, nonostante la sua reputazione di giocatore “sporco e cattivo”. Allo United, c’è urgenza di fare bel calcio, e i tifosi sono incapaci di accettare il fatto che esistono altri modi per vincere le partite. Questo è uno dei motivi principali per cui Fellaini è sempre stato sottovalutato. Dopotutto, non è certamente il giocatore più adatto al calcio-spettacolo.

Eppure il belga sarebbe potuto diventare un giocatore dello United già sei anni prima del giorno della firma effettiva del suo contratto, nel 2013. In quel periodo Fellaini è ricercato non solo dallo United, ma anche da Tottenham, Real Madrid e Bayern Monaco, ma lui rifiuta tutte le offerte e si accasa all’Everton, dove gli viene garantito il posto da titolare.

Allo Standard Liegi, Fellaini era considerato il miglior centrocampista box-to-box del paese. Già allora le sue doti di leadership e di straordinario combattente spiccavano. Non c’erano dubbi sul fatto che il suo futuro sarebbe stato all’estero. Ed è proprio con una grande prestazione contro i fieri rivali dell’Everton, il Liverpool, che Fellaini cattura l'attenzione globale. Durante i turni di qualificazione di Champions League, lo Standard in casa costringe i Reds allo 0-0, mentre ad Anfield Road gli uomini di Rafael Benítez hanno la meglio soltanto grazie ad un gol di Kuyt nei tempi supplementari. Fellaini si distingue in entrambi i match.

L’Everton lo acquista per la cifra record di 15 milioni di sterline, tra lo stupore generale, e la mancanza di superstar in squadra lo aiuta a ritagliarsi un posto importante tra i “Toffees”. Nella sua stagione d'esordio in Premier League segna 8 gol, di cui uno contro lo United. Ogni stagione la stessa storia: gol e polemiche che mettono in risalto il suo insolito stile di gioco.

Fellaini diventa presto famoso per i suoi capelli afro e per la sua imbattibile abilità aerea. La sua particolare propensione nel segnare gol pesanti e la sua dedizione al lavoro sporco lo rendono un idolo per i tifosi dell’Everton e contemporaneamente un personaggio detestato dai sostenitori degli altri club di Premier.

Nel 2013 l’allenatore dell’Everton, David Moyes, viene scelto per raccogliere la pesantissima eredità di Sir Alex Ferguson sulla panchina del Manchester United. Il club vuole un centrocampista di fantasia, prova a prendere Cesc FabregasToni Kroos, Gareth Bale, Ander Herrera e Thiago Alcantara, ma tutti rifiutano. In casa United sono disperati e solo all’ultimo giorno di mercato riescono a trovare un’alternativa: è proprio Marouane Fellaini. Moyes garantisce per lui.

La mancanza di creatività del belga genera grande frustrazione tra i suoi nuovi tifosi, già contrariati per le prestazioni sottotono della squadra. Il suo approccio al gioco è giudicato troppo regressivo per un club che ha il dovere di fare bel calcio, o almeno è quello che pretendono i fan.

Effettivamente il bel calcio in quella stagione non si vedrà mai. Lo United sembra solo l’ombra di sé stesso e Fellaini diventa il capro espiatorio. La verità è che Moyes non sfrutta il belga per quelle che sono le sue qualità, e infatti le cose iniziano a cambiare nella stagione 2014/2015, quando il tecnico viene sostituito dal santone olandese Louis Van Gaal. In un’intervista al Daily Mail, alla domanda sul suo miglior rendimento sotto la guida di Van Gaal, Fellaini risponde stizzito: "Ho giocato cinque anni in Inghilterra e in ogni stagione ho fatto molto bene con l'Everton. Poi, per un anno, ho perso il mio calcio, ho perso la mia qualità, ho perso tutto? Cazzate. È la mia opinione. Ora la mia qualità è tornata? Non è giusto, non è giusto”.

Mentre in molti lo accusano ancora di non essere un giocatore da United e di essere il simbolo della tortuosa era Moyes, le prestazioni di Fellaini nel marzo 2015 contro Tottenham, Liverpool e Manchester City iniziano a conquistare buona parte dei tifosi. La sua abilità nel gioco aereo inizia ad essere sfruttata al meglio. Lo stile di gioco è più offensivo rispetto al passato e Fellaini è più vicino all’area avversaria, dove può sfruttare la propria pericolosità in zona gol.

Nonostante ciò, le sue carenze tecniche sono ancora visibili, e le critiche tornano a perseguitarlo.

Quando José Mourinho diventa il nuovo allenatore, sembra che il tempo di Fellaini all'Old Trafford sia finito. Si presume che, nella rivoluzione orchestrata dallo Special One, quella del belga sarà la prima testa a cadere. Invece, contro tutto e tutti, Mourinho dà a Fellaini quella fiducia da troppo tempo desiderata: è l’inizio di una nuova carriera. Nella semifinale di Coppa di Lega contro l’Hull City, Fellaini segna il secondo gol dello United, corre verso Mourinho e lo abbraccia vigorosamente: in quel gesto c’è tutta la gratitudine di un calciatore ritrovato verso l’uomo che ha permesso la sua rinascita.  

Fellaini si adatta perfettamente al credo tattico del tecnico portoghese, che riesce a far dissolvere tutte le debolezze tecniche del suo giocatore nei suoi punti di forza, facendolo giocare più vicino alla porta e schierandolo regolarmente nelle partite in cui c'è bisogno di tirar fuori gli artigli.

E così, Marouane ha finalmente conquistato l’affetto del suo pubblico, la giusta ricompensa per un uomo che non ha mai mollato, anche quando tutto sembrava perso. Ha continuato a lavorare sodo dietro le quinte, migliorando le sue abilità al fine di celare le sue debolezze, e questo lo ha fatto entrare nel cuore dei tifosi.

Dopotutto, non importa ciò che la gente pensa quando arrivi, ma solo quello che pensa quando vai via.