Gattuso non manda la squadra in campo per imporre il suo gioco, come vorrebbero i mistici del calcio, per i quali occorre giocare come il Barcellona nonostante si abbia in squadra Zardoronz al posto di Messi o Iniesta. Gattuso lascia che siano gli avversari a credere di poter imporre la loro legge e, quando i primi segni della fatica si mescolano ad un po' di frustrazione, colpisce duro.

In un certo senso il tecnico milanista ricorda un cobra, velenosissimo rettile che se ne sta fermo, rigido e ipnotico, finché l'attenzione della preda non scende al di sotto della soglia di guardia. A quel punto colpisce col suo morso letale.

A Roma il Milan ha iniziato alla grande il ciclo terribile, prendendo 3 eccellenti (e non molto attesi) punti. Seguiranno la Lazio in Coppa Italia, il derby, l'Arsenal e il Grifone a Marassi, un campo sempre ostico per i colori rossoneri. La fatica si andrà accumulando col susseguirsi degli impegni, per cui anche un Milan in forma come questo potrà incappare in battute d'arresto, ma i 3 punti di ieri resteranno e faranno classifica.

Cutrone ha dimostrato ancora una volta che, se Gattuso è un cobra, egli stesso è un feroce barracuda che infesta i verdi riflessi dei campi di calcio.
Quanto a questo, si sa che la vittoria ha 100 padri mentre la sconfitta è orfana, per cui Fassone ha pensato bene di fare il suo passaggio fra le truppe plaudenti come un condottiero vittorioso, sventolando il berretto in segno di saluto. Napoleone Bonaparte non avrebbe saputo essere più tempista.

I meriti sarebbero suoi per aver tenuto Cutrone (eredità della vecchia gestione) anziché darlo via. Peccato, mi viene da obiettare, che in estate il Milan aveva esaurito il budget e non aveva gli sghei per comprare un altro attaccante. Cutrone era già lì ed è rimasto.

Lo stesso Gattuso, portato in rossonero dalla nuova gestione, era stato preso per le giovanili, probabilmente per essere scaraventato in panchina in caso di malaparata. Un traghettatore che avrebbe dovuto calamitare le simpatie dei tifosi in attesa di tempi migliori e, probabilmente, se Joao Mario non avesse mancato un gol fatto nel derby del 27 dicembre, ora staremmo a discutere del Milan di qualche altro tecnico.

Il fatto è che il solo Gattuso è finora artefice dei suoi buoni risultati, perché sta facendo miracoli col materiale umano, sicuramente buono ma non eccelso, di cui dispone. E il suo ottimo lavoro non va a detrimento di quello di Montella, che ha comunque lasciato la squadra nei 16mi di Europa League nonché a metà classifica, pur costretto ad assemblare 10 giocatori nuovi in pochi giorni per i preliminari di coppa.

La verità è che è un merito per Gattuso aver fatto finora meglio di Montella e non un disonore per il suo predecessore aver fatto meno bene di Rino.
Se non altro, scopriamo che YongHong Li è qualcosa a metà strada fra San Pio da Pietralcina e Giuseppe Mazzini, un nobile cuore vittima di persecuzioni a orologeria in quanto straniero. Lo sostiene Fassone, il quale probabilmente non sa che il Gruppo Suning è cinese e nessuno si sta sognando di attuare manovre persecutorie contro di esso.

L'unica cosa davvero a orologeria mi sembra proprio la permanenza dello stesso Li in sella ai destini rossoneri. Gli eventi prossimi futuri chiariranno molte cose, ma ho l'impressione che ne vedremo delle belle.

Intanto, tornando a Gattuso, ricordo che nel campionato 1975-6 Trapattoni portò un Milan buono, ma non eccelso, al 3° posto. Non dava abbastanza spettacolo, per cui la società rossonera puntò su Marchioro.

Orbene, ricordate il seguito? Lo sparagnino Trapattoni fu ingaggiato dalla Juventus e iniziò una luminosa carriera, metre Marchioro (buon tecnico, che ha portato il Barletta in serie B) passò alla storia come l'allenatore della "banda del buco" e fu esonerato in corso d'opera.