Estati infiammate, gennaio acceso, lunghe telefonate e cene con gli agenti, settimane di trattative con la società per trovare un accordo: questa è la normalità nel mondo delle trattative di calciomercato.
Ma a volte si può bypassare tutto questo in un semplice modo: pagando la clausola rescissoria di un calciatore. 

Ormai questa prassi è diventata di moda negli ultimi anni, con il mercato che ha subito un boom impressionante, attraverso anche trattative stellari da oltre 100 milioni e con giocatori strapagati con contratti faraonici, e tutto questo passa anche dagli accordi tra giocatori, procuratori e società, con relativi dettagli contrattuali.

Le trattative più eclatanti di questo tipo sono state per esempio quella che ha portato Higuain dal Napoli alla Juventus per 94 milioni, oppure Neymar dal Barcelona al PSG per 220 milioni, e cosi tanti altri. Cifre astronomiche solitamente inserite poichè non si è disposti a cedere il proprio giocatore a cifre basse o più semplicemente perchè il procuratore chiede alla società l'inserimento di essa come "contentino" alla società in cambio del rinnovo di contratto del suo assistito, al fine di permettergli di andar via in caso una grande squadra lo voglia prendere e la società che ne detiene il cartellino faccia muro.

Casi simili sono quelli di Belotti del Torino, per cui la società granata ha inserito 100 milioni di contratto per non privarsi del giocatore a cifre basse, oppure per Donnarumma del Milan, il cui procuratore Raiola ha concesso alla società rossonera il rinnovo solo con l' inserimento della clausola da 60 milioni (che tuttora non si sa se sia stata effettivamente inserita o meno). 

Ma cosa succede quando una clausola è troppo bassa rispetto all'effettiva qualità del giocatore? 
Beh in questo caso le soluzioni sono semplicemente due: o si rinegozia la clausola, o si rischia di perdere il proprio campione a cifre accessibili con un incasso molto basso rispetto al valore del giocatore.

In Serie A ci sono casi simili, e non parliamo di giocatori di terza fascia o di squadre in zona retrocessione, bensì di veri e proprio trascinatori o giocatori giovani che stanno iniziando a farsi valere.
Parliamo di: Pellegrini della Roma (25 milioni di clausola), Suso del Milan (30 Milioni) e Mertens del Napoli (50 milioni). 

Il centrocampista della Roma è un vero e proprio talento del calcio italiano. Strappato in estate alla concorrenza di Juve, Milan, Napoli e Inter al Sassuolo, grazie anche alla presenza del tecnico Di Francesco, e finalmente sta sbocciando dopo un avvio difficile, soprattutto per la grande concorrenza nella squadra giallorossa. 

Suso è stato uno dei trascinatori della scorsa stagione, nella quale il Milan ha ottenuto una insperata qualificazione all' Europa League, e, nonostante i tanti acquisti, resta tuttora uno dei pilastri della società rossonera. La sua qualità è indiscutibile e la squadra milanese ne ha un assurdo bisogno.

Di Mertens non c'è nemmeno bisogno di parlare: qualità, doti tecniche altissime, vena realizzativa e assist al bacio, sono i suoi punti di forza. Forma un tridente potentissimo con Callejon e Insigne che sta letteralmente trascinando il Napoli alla vetta della Serie A e sempre più avanti in Europa. Il Napoli non può assolutamente permettersi di perderlo. 

Eppure c'è dell'ironia a pensare che per comprare tutti e tre assieme servano circa 105 milioni, ovvero poco più della cifra pagata dalla Juventus per Higuain.
Questi tre giocatori sono fondamentali per le loro squadre, e nelle ultime settimane si sono registrati gli interessi della Juventus per il centrocampista ex-Sassuolo, del Liverpool per l'esterno del Milan, mentre per l'attaccante belga non ci sono società ufficialmente interessate, ma vista la sua propensione al gol e la sua duttilità, senza parlare del mondiale in avvicinamento in cui potrebbe sicuramente mettersi in mostra col suo Belgio (tra l'altro una delle favorite alla vittoria) creerebbero un rischioso interesse di varie società pronte a pagare la modica cifra di 50 milioni per assicurarsi un grande centravanti.

La domanda è: sono disposte queste società a perdere i loro talenti per cosi poco? O verranno ridiscussi i contratti? 

Solo il tempo ce lo dirà.