“Se giochiamo come stasera anche sabato contro il Milan, usciremo da San Siro con le ossa rotte”.
Questo l’allarme lanciato da Massimiliano Allegri ieri sera, dopo la vittoria casalinga contro la Spal; preoccupazioni legittime, quelle dell’allenatore livornese, frutto di una prestazione di squadra che ha ancora una volta evidenziato gli enormi limiti di questa Juventus di inizio stagione: una squadra totalmente incapace di gestire situazioni di vantaggio, costantemente costretta ad azzannare la partita ma altrettanto debole in quei momenti in cui il gioco passa nelle mani degli avversari. Sono già dieci in gol al passivo per il sodalizio bianconero, mai così difensivamente vulnerabile come in questa stagione e in generale l’impressione è quella di una squadra che, almeno al momento, non possa più far affidamento a quello che è stato uno dei suoi cavalli di battaglia: la fase difensiva, oggi quasi totalmente smarrita.

Nemmeno i 31 gol momentanei in campionato hanno smosso il tecnico, ben conscio che in Italia prevale quasi sempre la miglior difesa e che soprattutto alla fine a fare la differenza sono gli uno a zero piuttosto che i quattro a uno. Allo stato attuale bisogna prendere atto di ciò che siamo e lavorare per invertire la tendenza: cali di tensione come quello di ieri sera dal due a zero al (fortunatamente annullato) due pari della Spal sono segni di un momentaneo (e, a mio avviso, molto preoccupante) ridimensionamento di mentalità; una squadra che non sa gestire con maestria un vantaggio consolidato è una squadra tremendamente vulnerabile, sempre in balia dei flutti della partita e che non può far affidamento che sulla casualità del momento.

Che questa Juventus sia di gran lunga diversa da quelle degli anni scorsi è vero: siamo infatti una squadra decisamente più offensiva, con calciatori tanto di qualità quanto ancora molto deficitari in fase difensiva, ma non per questo non in grado di migliorare sotto questo aspetto, cosa fino a questo momento non vista. Pure io ho sempre denunciato (e continuo a farlo) il mancato arrivo in estate di un difensore centrale all’altezza della situazione, tuttavia riconosco che per certe sviste non è nemmeno una questione di difensori ma di disattenzione e mentalità errata.

Riconosco anche che, dopo sei anni di scudetti, non sia semplice riconfermarsi (fermo restando l’obbligo di entrare in Champions); tuttavia, visto anche come si stanno muovendo Lazio e Roma, momentaneamente dietro di noi, necessitiamo di un cambio radicale e profondo di mentalità nell’affrontare le partite; che durano novanta minuti e che non si esauriscono nel momento in cui è stato raggiunto un vantaggio, a nostro avviso, rassicurante.

L’altra osservazione che vorrei fare è legata a una cera corrente di pensiero, anche interna alla tifoseria bianconera, che negli anni passati denunciava una certa noia nel veder giocare la squadra del cuore; in molti hanno accusato le prime tre Juventus di Allegri di essere squadre catenacciare (a mio avviso, per altro, non necessariamente un difetto, anzi); ebbene, la società vi ha accontentato nella passata sessione di mercato, spostando nettamente il baricentro sul reparto offensivo. Ebbene, mi piacerebbe chiedere a tutti voi: siete soddisfatti ora che la vostra squadra segna gol a grappoli ma ne subisce anche molti più rispetto a quanti ne dovrebbe? Siete soddisfatti ora che, al momento, siamo la quarta difesa del campionato e (guarda caso) non siamo in testa alla classifica? Io non lo sono. E spero che anche quelli che chiedevano lo spettacolo, si siano ricreduti; ragion per cui mi auguro che si torni ben presto a chiudere le gare a rete inviolata, magari con un “bruttissimo” uno a zero.

Prima di tutto vorrei vincere, se poi questo arriverà con il “bel gioco”, concetto tanto sbandierato, quanto ancora poco chiaro ai miei occhi, ben venga ma prima vengono le vittorie, quelle che fanno conseguire gli scudetti.