Non vorrei tediare nessuno con questo confronto in vista del 4 marzo, poiché sono sicuro che come me sarete stanchi di sentirne parlare. Televisioni, giornali, radio (e a quanto pare anche i blog) non parlano d'altro. Una discussione più presente del prezzemolo in cucina. Maccheddico! Più presente e assillante dei programmi di cucina; di quelle sfide trite e ritrite più delle cipolle, carote e sedano che si usano per il battuto. Battute (e battuto) a parte, il 4 marzo è alle porte, mancano tre giorni! Certe domande uno deve pur porsele: vi siete informati bene? Sapete già come andrà? Come finirà? Chi avrà vinto? Tra uno scandalo e l'altro il tempo passa, non sappiamo che fare, più inchiodati di Windows Vista, e in vista di un evento simile siamo titubanti ed indecisi come quando ci si ritrova di fronte ad un distributore automatico di snack: cosa scegliere?

Ma noo, che avete capito? Non sto parlando delle elezioni, non mi riferisco a quello. Sto parlando di una cosa ben più importante e decisiva (anche se non decisa): il 4 marzo è la data di Milan-Inter, una partita che sembra non essere così sicura, alla pari delle elezioni se non di più.

Non mi voglio sbilanciare con pronostici, sondaggi, suggerimenti per schedine (no, non quelle per votare) o per aiutare qualcuno a preparare la squadra per il fantacalcio. No. Vorrei provare ritrovare alcuni punti di forza delle due squadre che scenderanno in campo, contendendosi una partita che per entrambe potrebbe significare molto. L'Inter infatti arriva da un periodo, direbbe Montale, «pallido e assorto». Una vittoria nel derby della Madonnina potrebbe galvanizzare squadra e ambiente, e mettere sotto pressione le rivali. Il Milan invece, vittorioso in semifinale contro la Lazio proprio ieri, potrebbe consolidare ulteriormente la propria fiducia, minacciare ulteriormente il trio dei 50 punti. Dopo aver sconfitto Roma (50 punti) e Lazio (52 punti), sebbene in coppa, vincere contro l'Inter (51) potrebbe davvero sconquassare questo campionato, tralasciando le prime due in classifica.

Ma allora su cosa può contare l'Inter (e sperare il tifoso interista)? Innanzitutto sull'autore di Sempre Avanti, El niño del partido: Icardi. Ritorna da un mese difficile è vero; potrà non essere in massima forma, è pur vero. Credo che però di sicuro non sarà stanco e affaticato (a differenza, penso, dei giocatori del Milan, visti i 120' con la Lazio, e i rigori), ma soprattutto, qualora lo fosse vorrà ripetere la prestazione dell'andata: tripletta, e numero 9 esposto alla tifoseria. L'Inter, e qui i tifosi sono più tranquilli, conterà molto su Skriniar. Lo slovacco, la roccia, autore del gol che ha sbloccato la partita contro il Benevento, è una vera rivelazione di questo campionato, e non sono dell'Inter. All'inizio pochissimi ci avrebbero contato, oggi in molti si aggrappano alle sue prestazioni come ad una roccia... e perché no: anche ai suoi gol. Candreva: la maggior parte punterebbe su qualcun altro. Io però vorrei ricordare la sua prestazione all'andata, e al suo assist per Icardi. Gli manca il gol quest'anno, verissimo. Io però mi sono lasciato consigliare dalla frase del saggio: 'Vota Antonio, vota Antonio'. 

Su cosa può contare il Milan (e sperare il tifoso milanista)? Sul suo diavolo: Gattuso. Dopo il volo d'angelo di Brignoli, tutti erano pronti a vederlo come nuovo membro della squadra di calcetto di ex-calciatori-del-Milan-ex-allenatori, assieme a Pippo, Seedorf, Brocchi, con gli innesti di altri ex-calciatori di grande carriera, Mihajlovic e Montella. Gattuso avrebbe fatto il portiere temo. E invece no: Ringhio ha chiuso con il calcetto, ma non con il calcio. Grazie a lui il Milan è rinato, e ora fa paura a molti. Il Milan, quindi, non conterà su Mastour, ma su Bonaventura (nomen omen?), uno dei simboli di questo Milan, un giocatore capace tanto di segnare quanto di saltare l'uomo, e che grazie alla sua duttilità potrà essere impiegato in luoghi diversi e offrire nuove possibilità. Romagnoli. Il numero 13, che si ispira a Nesta, e al quale auguro di diventare come il proprio idolo, sta crescendo partita dopo partita. In un certo modo, anche lui è una sorpresa per la Serie A, nonostante abbia all'attivo già, quasi, 150 partite nella massima serie. Un po' come il Milan di questi ultimi anni, sembrava essersi perso. Nulla di grave, ma con quel numero sulle spalle i paragoni non mancano.

Non l'avrei mai detto, ma non vedo l'ora che sia il 4 marzo, per capire chi sarà il vincitoreLe elezioni, invece, le avranno vinte tutti. Il bello del calcio, il brutto della politica.