Ha fatto scalpore l'esclusione di Keita Balde dalla lista dei convocati per la Supercoppa Italiana 2017.
Immediatamente si è pensato che alla base della decisione ci fosse la volontà della Società Lazio di punire il giocatore per questioni di mercato, e a nulla sembravano servire le dichiarazioni di Lotito che "scaricava" la responsabilità della scelta su Inzaghi. 

Ma a distanza di qualche giorno e rileggendo le varie dichiarazioni pre e post partita dei vari protagonisti, mi è cominciata a balenare nella mente un'altra ipotesi: che siano stati i senatori della squadra, i vari Lulic, Parolo, Immobile, Radu e Basta, ad aver chiesto ad Inzaghi (magari per tramite di Peruzzi) di mettere fuori dalla porta il senegalese e con lui tutte le turbative che questa tenelovela porta con sé?

Non sono state infatti poche le occasioni in cui anche in passato molti dei senatori (compreso anche l'ex capitano Biglia) hanno mal digerito i comportamenti del giovane attaccante. Anche durante l'ultimo ritiro alle frasi di circostanza "Keita è un grande giocatore che vorremmo rimanesse in squadra" si aggiungeva sempre un "vorremmo che la situazione si risolvesse il prima possibile, per lui e per la Società". Frasi che nascondevano probabilmente un meno politicamente corretto: se ne vuole andare? se ne andasse, ma lo facesse presto, dobbiamo cominciare la stagione e vogliamo capire su chi possiamo contare.

Ora aldilà della questione Keita, questa ipotesi, se vera, mostrerebbe una forza intrinseca all'interno dello spogliatoio della Lazio.
Una linea di condotta, una determinazione richiesta da parte degli "anziani" per il bene della squadra. E questa forza è evidentemente un bene prezioso che ti permette di vincere anche senza convocare Keita.