Nel mondo del calcio, soprattutto italiano, questa regola d'oro è sconosciuta. Fin troppo spesso abbiamo assistito a dirigenti che trattavano in barba alle regole giocatori di altri club, salvo poi scandalizzarsi quando la stessa cosa veniva fatta da altri nei loro confronti. Purtroppo l'unica regola che vige in questo mondo è la regola dell'interesse personale. Oggi mi conviene comportarmi in modo discutibile, quindi lo faccio. Domani mi conviene fare il moralista e allora sotto con le denunce di comportamenti illeciti.

Per fortuna, là dove manca una giustizia terrena, interviene la giustizia divina (del pallone).

Il primo grande strale della giustizia divina colpì Ibrahimovic, che decise nel 2009 di lasciare l'Inter per andare a vincere la Champions a Barcellona. Risultato? L'Inter alza la champions dopo aver sbattuto fuori proprio il Barcellona. Grande direttore d'orchestra di questo clamoroso autogol, Mino Raiola.

Ma veniamo all'attualità. I tifosi milanisti e i dirigenti oggi si strappano le vesti per il golpe Donnarumma (attore Mino Raiola).

A costoro vorrei ricordare che in passato furono protagonisti, con la complicità di... Mino Raiola, dello scippo di Mario Balotelli ai danni dell'Inter. Sì, esattamente come nel caso Donnarumma, Balotelli, cresciuto e portato all'attenzione del grande pubblico proprio dall'Inter, fu circuito dai dirigenti del Milan (ricorderete quella buffonata di Striscia la notizia durante la quale gli fecero indossare la maglia del Milan?) e, con la regia di... Mino Raiola, fu prima parcheggiato al Manchester City e successivamente fu portato alla corte di Galliani & C.

Ora, non credo che dirigenti di quello spessore siano così ingenui da pensare che Mino Raiola si comporti in un modo con certi dirigenti e in un altro modo con altri.

Mino Raiola è uno squalo. Gli squali nuotano e mangiano, senza distinzione, senza morale, senza compassione.
Se ti metti uno squalo nella piscina presto o tardi azzanna pure te. E così il buon Galliani ha pensato bene di prendere lo squalo, gettarlo nella piscina e poi dire a Fassone e Mirabelli: "Ragazzi, fa caldo oggi, fatevi un bel bagno".

Ora mi auguro che i nostri dirigenti abbiano capito cosa significhi tirarsi in casa il buon Mino. In caso ci fosse qualcuno di tardo, ve lo spiego. Mino Raiola fiuta il denaro, si presenta alla porta con un bel pacchetto regalo. Ultimamente il pacchetto regalo si chiamava Ibrahimovic. Il buon Mino ti offre il regalo ed entra in casa tua. Una volta entrato, inzia a guardarsi intorno per osservare l'argenteria. Mentre tu ti fai i selfie con Ibra, il buon Mino si prende i pezzi pregiati e, alla fine della visita, si riprende il regalo e si porta via pure l'argenteria.

Se oggi una società italiana farà ancora affari con Mino Raiola, lo farà consapevolmente e consapevolmente perderà i propri gioielli.