Disastro: questa è l’unica parola che mi viene naturale utilizzare per descrivere la fragorosa debacle rosanero di domenica scorsa all’Olimpico. Quel Palermo lì, disordinato, privo di idee, neanche minimamente capace di impensierire la formazione giallorossa, non può essere la creatura di Gasperini, e mi rifiuto di pensare il contrario; non può essere, sono convinto che, invece, il vero Palermo sia la stessa squadra che è riuscita a mettere regolarmente in difficoltà i propri avversari da quando il tecnico di Grugliasco siede sulla panchina rosanero. La domanda, dunque, sorge spontanea: perché questo netto passo indietro? è possibile che la causa principale di tale disfatta sia da attribuire alla sola assenza di Donati nello scacchiere rosa? Perché la sensazione è che il vuoto lasciato in mezzo alla difesa dal regista friulano sia pesato come un macigno sull’undici palermitano, incapace di gestire il pallone come si deve e di far ripartire un’azione manovrata sin dalle retrovie. Dipendere solo ed esclusivamente da un giocatore e da una determinata impostazione tattica sarebbe quantomeno imprudente, visto che nell’arco del campionato qualsiasi effettivo della rosa potrebbe aver bisogno di tirare un po’ il fiato, e in quel caso sarebbe necessario avere una valida alternativa tecnico-tattica per far fronte a tale situazione nel miglior modo possibile. Lo stesso discorso vale anche per Miccoli: il Capitano ha già dimostrato quanto il suo apporto alla squadra sia fondamentale, a tal punto che sembra palese che la fase offensiva del Palermo non possa non prescindere dall’impiego costante dell’attaccante leccese, capace, anche da solo, di risolvere parecchi problemi alla formazione siciliana. Al momento, però, il dubbio che delle valide alternative, che possano ovviare nel migliore dei modi alle assenze dei due uomini chiave del Palermo, siano già a portata d’organico permane fortemente, dal momento che, quando chiamati in causa, i sostituti non sono stati quasi mai all’altezza delle aspettative. L’organico può e deve essere sicuramente migliorato a gennaio, e chi meglio di Pietro Lo Monaco può portare a termine tale “mission impossible”? Il direttore può essere l’uomo giusto, la soluzione ai mali che attanagliano la società di Viale Del Fante, dal momento che nella sessione invernale di calciomercato sarà necessaria tutta la sua esperienza e competenza per riuscire a trovare quei giocatori che possano incrementare sensibilmente il livello tecnico della squadra. Ma gennaio è ancora lontano, per il momento bisogna accontentarsi di ciò che passa il convento, bisogna pensare al prossimo match contro la Sampdoria, in cui tutti si aspettano una prova di carattere, una reazione d’orgoglio da parte dei rosa. In molti hanno detto che è necessario dimenticare subito quanto successo a Roma, comportarsi come se la partita contro i capitolini non si fosse mai giocata: niente di più sbagliato a mio parere, perché la mazzata subita dovrebbe, al contrario, servire da insegnamento per il futuro, dovrebbe azionare un meccanismo di difesa utile a non ripetere nuovamente quanto di grottesco e imbarazzante messo in atto domenica scorsa. Perché sbagliando s’impara, e così dovrebbe essere anche per degli atleti strapagati che esercitano la professione più bella al mondo: giocare a calcio.