Per la Juventus è stata una sessione di mercato passata nella più totale serenità, con società e allenatore che all’unisono, da settimane prima dell’inizio della sessione invernale, hanno ripetuto lo stesso mantra: a gennaio non si compra nessuno.

In una sessione dove storicamente si riescono a portare a termine a fatica grandi colpi e con una rosa che offriva garanzie a livello numerico in tutti i reparti, la dirigenza bianconera si è più concentrata nella programmazione di acquisti per il futuro che sul presente; dalla trattativa per Han e Barella, passando per l’asta su Pellegri, in cui il Monaco ha avuto la meglio, arrivando infine ad altri nomi, sicuramente passati inosservati all’occhio della stampa specialistica.

Una sessione passata nella più totale serenità, dicevamo, che tuttavia potrebbe subire un improvviso scossone ad ormai pochissimi giorni dal termine del calciomercato; è infatti notizia di ieri che, nella giornata di lunedì, Cuadrado si sottoporrà ad una visita specialistica per capire l’entità di quello che sembrava un banale problema all’inguine ma che in realtà, se dovrà sottoporsi ad operazione, potrebbe addirittura sancire la fine anzitempo della stagione del colombiano.
Se a questo problema aggiungiamo lo stop di Dybala, che in molti danno out fino a marzo, ci renderemmo conto di un reparto offensivo che, all’improvviso, si è trovato in sofferenza numerica. Ad oggi infatti, è solo uno l’attaccante che va ad accomodarsi in panchina, non esiste di fatto un vice Higuain e il numero consistente di partite ravvicinate inizia a destare preoccupazioni circa la tenuta fisica di un parco attaccanti che dovrà, mai come quest’anno, rimanere sul pezzo fino alla fine.

La speranza è ovviamente che i problemi che oggi assillano Dybala e Cuadrado siano di rapido superamento ma, nel caso non fosse così, è evidente che allenatore e dirigenza dovranno iniziare a interrogarsi se forse non sia necessario andare ad intervenire sul mercato per puntellare un reparto che sembrava super completo ma che, oggi, rischia di andare in sofferenza.
Sarà difficile, perché siamo ormai in chiusura di mercato e perché facendo le cose di fretta si rischia di prendere “cantonate” ma la situazione attuale non può far più predicare la calma olimpica di inizio mercato, quando addirittura ci si poti concedere il vezzo di cedere Pjaca in prestito allo Schalke.
Già, perché proprio l’uscita di Pjaca, forse conclusa con troppa fretta, potrebbe oggi rivelarsi un clamoroso rimpianto al netto di una necessità di uomini che sembra caratterizzare questo periodo; l’attaccante croato avrebbe potuto rappresentare un’alternativa molto importante per far rifiatare certe elementi e con un numero di partite che, da qui alla fine, si prospetta infernale e soprattutto con un rush finale di campionato, che rimane il primo obiettivo, in cui tutti i nostri calciatori più importanti dovranno arrivare nelle migliori condizioni fisiche e atletiche.

Pjaca ha subito dimostrato, nel campionato tedesco, di avere già acquisito quella forma fisica necessaria per poter competere a livello agonistico e avrebbe rappresentato per la Juventus un importantissimo elemento data anche la sua duttilità tattica: esterno su entrambe le corsie, centravanti, seconda punta e addirittura mezzala offensiva come spesso lo ha schierato Allegri la passata stagione, tutte caratteristiche che sono sicuro lo avrebbero reso protagonista anche non da “titolare” in partenza.
Così come sono sicuro che avrebbe conquistato il mondiale con la sua Croazia anche dalla Juventus, grazie ad un grande valorizzatore di calciatori come Max Allegri che forse però, a differenza di altri casi, non è stato bravo a convincere il calciatore a giocarsi le sue carte da subito in bianconero (o forse non era interessato a farlo, credendo di essere in soprannumero).

Al netto di tutte le possibili considerazioni che possiamo trarre, il dato oggettivo è che, ad oggi, la Juventus rischia di trovarsi in sofferenza di uomini nel reparto offensivo con la necessità di ripiegare su nomi che molto probabilmente non fanno al suo caso e con un Pjaca lasciato libero di andare, forse con un po’ troppa fretta, in Germania.