Era attesa per oggi pomeriggio la sentenza sul coinvolgimento di Andrea Agnelli nell’ultimo caso giuridico denominato “mafie e calcio”. Tanti sono stati infatti i Presidenti di club ascoltati dalla Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dalla senatrice Rosy Bindi. Da Lotito a De Laurentiis passando per Preziosi, la Commissione ha indagato a fondo le ragioni del coinvolgimento delle società di Serie A con le “tifoserie malate”. Quella parte dello stadio che purtroppo, è risaputo, interviene fortemente nell’orientamento delle tifoserie e la vendita del biglietti in particolare.

Nell’ultima sentenza risalente al 25 Settembre sembrava prospettarsi per l’erede della famiglia Agnelli, un periodo di inibizione dal calcio professionistico per almeno un anno. Il suo coinvolgimento nel facilitare, o quantomeno non ostacolare, la presenza della ndrangheta nelle dinamiche della curva bianconera sembrava agli occhi di tutti un dato di fatto. A fronte di questa sentenza la Juventus ha quindi esposto ricorso alla Magistratura avvalendosi di altri precedenti in cui, a giudizio degli avvocati, ci sarebbero stati trattamenti diversi.

Tale versione è stata quindi confermata oggi. Agnelli dopo essere stato rinviato a giudizio a fine Novembre attendeva proprio oggi la sentenza definitiva sul suo conto. Sentenza che ha quindi ritirato la pesante squalifica, applicando “semplicemente” una multa di 100.000€. Inoltre la Curva Sud dovrà rimanere chiusa durante il primo match casalingo del 2018.

E’ quindi finito per Andrea Agnelli un processo alle streghe, che lo ha visto nel mirino dei media, nonostante il suo alto gradimento internazionale. Agnelli è infatti recentemente stato eletto presidente dell’Eca, l’associazione dei club europei, succedendo niente meno che a Rummenigge.