Ventura così ha commentato quella che è stata definita come una pioggia di critiche e suggerimenti effettivamente caduta in questi giorni su Ventura: “Ci vorrebbero mesi per ascoltarli tutti – dice sorridendo - un allenatore li ascolta, ma poi decide sempre di testa sua. Quando sono arrivato in Nazionale lo scenario era questo: si qualificava direttamente al Mondiale una sola e nel girone c'era la Spagna. Il percorso è stato buono, avevamo messo in preventivo che la Spagna era più forte e sapevamo che probabilmente saremmo andati ai play off. Ora ci siamo, se perderemo si faranno certe considerazioni, se vinceremo se ne faranno altre”.

Mettiamo alcune cose in chiaro. E' vero. Sapevamo tutti che saremmo andati ai play off. Ma non sapevamo di dover essere umiliati in quel modo con la Spagna. Non sapevamo di dover vedere in campo una formazione senza anima, cuore, determinazione, senza gioco, lenta, impacciata, orripilante da vedere. E' facile vincere con le piccole, d'altronde siamo una squadra di seconda fascia.

Ma non basta dire sapevamo che saremmo andati ai play off per girare la frittata. Non basterà una vittoria contro una modesta Svezia per dimenticare l'oscenità calcistica vista. Non basterà qualificarsi ai mondiali per salvare la panchina a Ventura. E con Ventura dovrà andare via anche l'attuale dirigenza. Questa cosa deve essere chiara. Se non ora quando? Cosa si deve ancora aspettare?

Stiamo attenti a non trasformare l'obbligo della vittoria contro la Svezia, sempre se ci sarà, in un riscatto, nella via della salvezza per Ventura, Tavecchio e compagnia varia. Altrimenti smettiamola poi di lamentarci, piangere, indignarci. Ma lo stesso ragionamento dovrà essere esteso anche ai giocatori. Non tutti meritano di giocare nella Nazionale, di questo se ne dovrà tenere conto.