Da quando si sono insediati, nell'estate del 2016 rilevando la maggioranza da Erick Thohir, sono sempre stato tra i maggiori difensori di Suning e di ogni sua mossa, sia a livello societario, sia sul mercato.
Nonostante una prima sessione di calciomercato totalmente errata, con gli arrivi di Joao Mario e Gabigol che ancora pesano sul bilancio nerazzurro, ho continuato a riporre fiducia nelle mosse del colosso di Nanchino.

La scelta, poi, di puntare tutto su Walter Sabatini e Luciano Spalletti non ha fatto altro che aumentare la mia stima nei confronti di Zhang e soci. Un direttore con gli attributi, che non si è mai nascosto davanti alle telecamere e che ha sempre detto ciò che pensava, proprio come l'ex allenatore della Roma. Quando parlava Sabatini avevi la certezza che qualcosa di importante avrebbe detto, sia per quello che riguardava la situazione societaria, sia per quanto riguardava le mosse di mercato.

La mia fiducia non è stata scalfita dalle ultime due sessioni di mercato sotto tono, ma ho sempre affermato: "L'estate prossima sarà quella della verità, del dentro o fuori. O dimostrano di essere il colosso con un fatturato da oltre 50 miliardi di euro, o è meglio che si facciano da parte". Un mercato, quello estivo, che vedrà un Inter senza Walter Sabatini, che questa mattina ha ufficializzato la propria separazione dal progetto Suning.

E questa è la cosa che mi preoccupa maggiormente, più di una trattativa di mercato sfumata all'ultimo, come quella di Pastore. Da Inter is coming ad andiamo a comandare, due slogan importanti che dovranno trovare seguito senza uno dei migliori direttori in circolazione. L'augurio è che tutto questo terremoto non intacchi la squadra in piena lotta per la qualificazione alla prossima Champions League, oggi più che mai fondamentale per il futuro della società nerazzura.