La Juventus, dopo la vittoriosa trasferta in Grecia, ottiene il passaggio agli ottavi di finale e, per l’ottavo anno consecutivo, anche Massimiliano Allegri supera la fase a gironi di Champions.
Un risultato importante in un girone che si è dimostrato più equilibrato del previsto, con uno Sporting Lisbona elemento fastidiosissimo che ha tenuto il passaggio della Juventus in bilico fino all’ultima giornata.
A fare da cornice ad una serata in cui, seppur non con un gioco sfavillante, la Juventus ha centrato il primo obiettivo stagionale, le dichiarazioni di Massimiliano Allegri: il tecnico livornese ha puntato il dito contro i tifosi bianconeri accusandoli di essere troppo negativi quando si parla della Juventus in Champions League.
Ad Allegri sembra non andare giù il fatto che si anteponga il risultato delle finali al percorso fatto dalla Juventus nelle varie edizioni in cui è arrivata fino alla fine.

Il mio parere a riguardo è che, se da un lato è vero che in vent’anni la Juventus ha giocato sei finali di Champions, è altrettanto vero che alla fine ha portato a casa solo una volta la Coppa dalle grandi orecchie. Un dato veramente singolare e che non può non far riflettere: finali perse per sfortuna, per episodi o per manifesta superiorità tecnica e mentale dell’avversario come l’ultima di Cardiff; dato che di certo non va a cancellare il percorso fatto dalla Juventus, che in finale ci è arrivata, ma che, mi perdonerà Allegri, non può non lasciare l’amaro in bocca al tifoso che, per ben cinque volte in vent’anni, si è visto sfumare il maggiore obiettivo europeo all’ultimo.

Senza troppi giri di parole, già è difficile arrivarci in finale di Champions: competizione in cui bravura, fortuna ed episodi sono gli ingredienti fondamentali per arrivare alla fine; figuriamoci se, una volta raggiunta l’agognata finale, si vede poi la propria squadra perdere. Cadere nello sconforto sportivo è più che naturale e anche il mister, nel suo io profondo, sarà senza dubbio caduto nella medesima condizione psicologica del tifoso bianconero medio dopo le ultime due finali perse.
Personalmente, mi sembra che con le parole di ieri sera il mister abbia leggermente contraddetto le sue esternazioni di sempre e anche quella che è la filosofia della Juventus; lo stesso Allegri ha infatti, negli ultimi anni, ripetuto che alla fine a contare solo i titoli nelle sale trofei più che i record vari e che, alla fine, difficilmente verrà ricordato il percorso ma solo la vittoria o meno di determinate competizioni.
Dichiarazioni in pieno stile Juventus per cui “vincere non è importante. E’ l’unica cosa che conta”, dichiarazioni che peraltro trovano la mia totale condivisione.
Non credo nemmeno io, infatti, essendo il calcio uno sport in cui si vince o si perde, che alla fine il percorso fatto conti più del risultato; mi perdonerà chi segue questa filosofia, ma il culto bielsiano o zemaniano del “mas allà del resultado” non fa per me; perdere una finale mi lascia doppiamente l’amaro in bocca perché c’è la consapevolezza che una squadra che, essendo arrivata fino a lì, aveva tutte le carte in regola per vincere la competizione ma non l’ha fatto.

Mi perdonerà mister Allegri se, quando penso alla Juventus in questi anni di Champions, continuerò a ricordarmi di una squadra che ha perso cinque finali piuttosto che una squadra che ha giocato sei finali.