Da ormai una settimana la commedia che vede protagonisti Mino Raiola e Gianluigi Donnarumma sta seguendo il solito canovaccio: accuse al ragazzo, minacce al suo agente e vari comunicati di poca sostanza; tuttavia, in questi ultimi giorni il giovane portiere (reduce da un non indimenticabile Europeo Under-21 in Polonia) ha dimostrato una discreta fragilità e il “ritiro” nella natale Castellammare di Stabia non può che giovare alla sua condizione fisica e mentale.

Riflettendo sulla vicenda, vorrei condividere questo pensiero del sociologo canadese Marshall McLuhan: “Una volta che abbiamo consegnato i nostri sensi e i nostri sistemi nervosi alle manipolazioni di coloro che cercano di trarre profitti prendendo in affitto i nostri occhi, le orecchie e i nervi, in realtà non abbiamo più diritti. Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un'azienda privata o dare in monopolio a una società l'atmosfera terrestre”.

E’ evidente che l’ex pizzaiolo italo-olandese stia gestendo la vicenda a proprio favore: è consapevole di avere tra le mani un “Modigliani” e vuole venderlo al collezionista più facoltoso. Tuttavia, è possibile che un procuratore possa avere così ampia libertà sulla vita professionale di un proprio assistito?  

Assistendo alle ultime vicende di questa soap opera pare proprio di sì, però una vecchia conoscenza del calcio italiano (assistita dallo stesso Mino Raiola) ha sempre dimostrato di saper pensare con la propria testa e di decidere senza la soffocante pressione del suo agente. A chi mi riferisco? A sua maestà Zlatan Ibrahimovic.

Mino è il classico ciccione idiota!”, queste le parole spese dallo stesso Zlatan nei confronti del suo ormai amico di vecchia data; ve lo immaginate Donnarumma a fare la stessa cosa?

Cosa dovrebbe fare il portierone della nazionale italiana?

Paragonare un giovane calciatore ad una leggenda come Zlatan Ibrahimovic può suscitare l’ilarità di molti, ma è pur sempre vero che dai più grandi s’impara: Gigio, infatti, dovrebbe cominciare ad usare la sua potente voce, urlare in faccia al proprio procuratore tutto il suo amore per i colori rossoneri e battere i piedi fino a che non raggiunge un accordo per il rinnovo (sempre che lo stesso giocatore ami a tal punto la propria squadra da non farne una questione di soldi). Donnarumma possiede un talento straordinario, può davvero diventare il nuovo Buffon, ma è necessario che giunga al più presto ad una svolta perché, almeno per il momento, ha dimostrato di non saper ancora reggere certe pressioni.

Cosa dovrebbe fare il Milan?

Secondo ciò che apprendiamo dai giornali e dalle stesse conferenze stampa, Fassone e Mirabelli hanno lavorato giorno e notte per avvicinarsi alle richieste del proprio tesserato: un ingaggio da top player, un ruolo centrale nel progetto tecnico e commerciale della squadra e, secondo alcuni esperti, la fascia di capitano. Tutto ciò, tuttavia, pare non bastare all’entourage del giocatore: ”Se a Morata offri un contratto da 7.5 milioni di euro, perché non offrirlo al giocatore su cui prometti di fondare il nuovo Milan?”.

Ma se non si arrivasse ad un accordo, converrebbe al Milan perdere un giocatore come Donnarumma a zero? Non sarebbe meglio venderlo al miglior offerente?

Una cosa è certa: di qui al 31 agosto ne vedremo delle belle…

Un saluto

M.M