Sembra passata un'eternità da quel Genoa-Juventus 2-4 o dal derby della Mole, sembra passata un'eternità da quando Dybala si era messo sulle spalle la 10 della Juve e tutta la Juve trascinandola a suon di goal (10 in 6 giornate) e di prestazioni da stropicciarsi gli occhi.

Sembra passata un'eternità eppure sono passati solo un paio di mesi e quel giocatore devastante che sembrava destinato a consacrarsi definitivamente a fuoriclasse assoluto in questa stagione non lo si vede più.
Un crollo mentale, fisico, atletico che nessuno riesce a spiegarsi, un crollo iniziato quei due rigori consecutivi falliti a Bergamo e in casa contro la Lazio che sono costati alla Juve 4 punti e alla Joya l'inizio di un periodo nero.

E' da quel 14 ottobre in cui la Juventus cadde in casa contro la Lazio di Simone Inzaghi che il numero 10 argentino non è più quello di inizio stagione, è una brutta copia, un fratello gemello svogliato, spento, deconcentrato e privato di quella qualità e quella cattiveria che erano venute fuori sin dalla doppietta (inutile) in Supercoppa ad agosto.

Certo, nessuno si aspettava mantenesse quella media goal mostruosa ma, allo stesso tempo, nessuno si sarebbe mai aspettato questo calo.
Un calo che Max Allegri ha più volte imputato alla giovane età della Joya, ma onestamente si fa fatica a credere che i 23 anni di Dybala possano essere l'unica causa della serie di prestazioni deludenti mostrate nell'ultimo mese e mezzo.
Sicuramente non è facile per un giovane indossare una maglia così pesante, non è facile sfuggire da certi paragoni con chi alla sua età aveva vinto tutto, non è facile se da te si aspettano sempre goal, assist e prestazioni da fenomeno.

Non è facile, Paulo, e in fondo tutti quanti lo capiamo. Ma tu cerca di capire anche noi se sbuffiamo quando sbagli qualcosa che tu sapresti fare anche bendato, cerca di capire l'allenatore che, anche se non sei in condizioni ottimali, ti manda in campo perchè hai le qualità di far male agli avversari anche se sei al 30% o se ti tiene fuori per farti recuperare energie mentali è fisiche.
Siamo sicuri che non sei quello con lo sguardo svogliato e intimorito che si è presentato sul dischetto a Bergamo e con la Lazio, non sei quel fantasma entrato negli ultimi 15 minuti contro l'Inter.

Non sei e non sarai mai Messi, ma perchè siete due calciatori totalmente diversi, e forse non sarai nemmeno quello dei 10 goal in 6 partite. Ma ti assicuriamo che tutti noi crediamo che sei qualcosa di molto, molto simile a quel Dybala che abbiamo visto nei primi 2 mesi di campionato.

La palla ora la passiamo a te, caro Paulino... sta a te stopparla e calciarla con la voglia, la cattiveria e la classe che a tratti ci hai fatto vedere.
Solo così puoi venirne fuori, solo così puoi farci capire e farci vedere chi sei davvero.