Quante critiche sono piovute addosso alla Juventus per la sconfitta di Cardiff? Tantissime, troppe. Si è parlato di una grande fuga dal carro dei probabili e acclamatissimi vincitori, che, al momento decisivo, hanno drammaticamente deluso le aspettative. Un’unica sconfitta, seppur nella sfida più importante degli ultimi vent’anni in casa Juve, ha avuto il “pregio” di rivitalizzare le tifoserie avversarie, convinte di essere ormai vicine al momento della capitolazione definitiva dell’arsenale bianconero. Un’estasi improvvisa e inaspettata che ha fatto assaporare ai più il gusto della rivalsa e della vendetta per tutti gli anni di sofferenza, trascorsi a osservare i fallimenti dei propri idoli e i successi degli odiati rivali.

Cardiff è diventata, dunque, vera e propria ossessione collettiva, e gli strascichi di questa clamorosa debacle continuano a farsi sentire a più di un mese di distanza. L’attesissima finale di Champions si è trasformata in un chiodo fisso sia per i tifosi juventini che – soprattutto – per i tifosi delle squadre antagoniste. Un’ossessione che sa di iperbolica sfiducia verso una squadra che è arrivata spesso e volentieri a un passo dall’imporsi anche al livello europeo e mondiale, ma che si è fermata, purtroppo, troppe volte al momento di salire l’ultimo gradino, quello decisivo.

Agnelli ci ha visto lungo, cercando di non creare alibi, e affermando che l’unico modo per sconfiggere quest’ossessione è quello di vincere. Vincere finalmente la Champions. Ed è da queste parole che si deve ripartire, per fare di Cardiff non un’ossessione, ma uno stimolo. Uno stimolo per avere ancora fame, malgrado i successi già acquisiti e le coppe conservate in bacheca, e per dimostrare agli avversari che la Juventus non è finita.

Non bisogna cadere nel baratro del pessimismo più sfrenato, rivolto sia alla società che ai giocatori che, indubbiamente, hanno fatto il loro e più di quanto, forse, gli si poteva chiedere nel corso della stagione, arrivando certamente non al meglio alla partita più importante e difficile dell’anno.

I tifosi della Juventus dovrebbero guardare alla passata stagione con soddisfazione e con la consapevolezza che manca ancora qualcosa, ma che c’è la possibilità di migliorare, e che, soprattutto, questa squadra adesso ha tutte le ragioni per non essere appagata. L’obiettivo è chiaro, ed è quello di imparare dalle sconfitte, di rigenerarsi e fare in modo che, guardando al passato, se debba parlarsi di ossessione Champions, questa diventi un’ossessione per gli altri, per coloro che credono che i colori bianconeri non sventoleranno più sul tetto di Europa.