Un uno-due letale che mi aveva fatto ritenere la partita in discesa: tutto sembrava essersi messo sui binari giusti per la Juventus in questo turno di andata degli ottavi, con un doppio vantaggio in saccoccia e una partita da giocare con intelligenza difensiva in amministrazione. Sembrava che pure il piano di Allegri di schierare da subito tutte le frecce nell’arco offensivo fosse stato azzeccato, con la possibilità di togliere un attaccante nella ripresa e rimpolpare il reparto mediano, per amministrare il vantaggio; più volte siamo andati addirittura vicini a confezionare la rete del 3-0 ma prima il gol di Kane, poi il rigore sbagliato da Higuain, mi hanno fatto iniziare a propendere per una potenziale “beffa”; e così è stato perché il sodalizio londinese è riuscito ad acciuffare un pareggio che sa di vittoria, complice un errore imperdonabile per un calciatore con l’esperienza del nostro capitano Buffon.

I londinesi sono una squadra estremamente fisica ma con un pacchetto offensivo altamente tecnico, squadra che può concedere qualcosa difensivamente ma che attacca costantemente e sfrutta ogni spazio che gli viene concesso dalla retroguardia avversaria; la colpa che posso attribuire alla Juventus di ieri sera è forse quella di essersi abbassata eccessivamente dopo il 2-0, lasciando troppa iniziativa all’offensiva avversaria quando invece avrebbe dovuto perlomeno cercare di mantenere la stessa il più lontano possibile dall’area di rigore mediante una fase difensiva corale.

Una prestazione, quella della Juventus, che personalmente però non mi sento di definire negativa: certo, i due gol subiti in casa per di più dopo un periodo dove la nostra difesa era risultata impenetrabile, sono una sorpresa poco lieta e che rende il passaggio del turno sicuramente complicato, perché per andare a Londra e avere la meglio su questo Tottenham, per di più con il quasi obbligo di non prendere gol, è impresa non semplice. Detto questo, però, la morale che traggo da questa partita è che, anche se non c’era bisogno di conferme, la Champions è competizione in cui i dettagli, che possono girare a favore o a sfavore, fanno la differenza e in questo senso risultano letali gli errori commessi sul secondo rigore da Higuain e sul gol del pareggio avversario da Buffon; tutti dettagli che, se convertiti in positivo, avrebbero senza alcun dubbio cambiato volto alla partita, rendendo il ritorno meno “infernale”.

La situazione ora è la medesima degli ottavi di ritorno di due anni fa: dopo il 2-2 casalingo contro il Bayern andammo a giocarci la partita della vita a Monaco di Baviera; allora l’impresa fu rovinata solo da qualche cambio scellerato del mister e un errore grossolano di Evra in fase di disimpegno, di nuovo dei “dettagli” che, piaccia o no, sono determinanti per la prosecuzione del cammino in Champions.

La Juventus ha tutte le carte in regola per passare il turno e sono arci convinto che se metteremo in campo la nostra migliore prestazione possibile, potremo avere la meglio anche contro una squadra forte e dura da affrontare come il Tottenham, a maggior ragione in casa e in uno stadio suggestivo come Wembley; sicuramente i recuperi già annunciati di Dybala e Matuidi saranno un aiuto ulteriore, ma sarà la prestazione di squadra (unita al proverbiale “fattore c”, fondamentale in Champions) a fare la differenza. Ora la cosa fondamentale e rimanere sul pezzo: perché il ritorno si giocherà tra poco meno di un mese e prima di esso c’è una finale di Coppa Italia da raggiungere e il campionato, in cui ci sarà da stare in scia al Napoli.