Suonate le trombe, torna la Serie A, i nostri giornalai sono pronti a vendere pile e pile di gazzette sportive, corrieri e quant'altro e la stampa, ovviamente, a fornirglieli. Tutti in attesa delle formazioni, dell'ora di punta e di trovare la giusta alchimia tra come passare il week-end per locali con fidanzate o amici e allo stesso tempo godersi un bel maxi-schermo con una birra in mano e Higuain che segna un paio di volte. E' normale, è l'effetto calcio, lo sport più amato del mondo. Calcio che significa club nazionali e appunto, nazionali, ma da un pò di tempo, questa nazionale bazzica nell'ignoto, perché dà sempre la sensazione di essere un cantiere aperto (anche con Conte) con un gioco non brillante anzi, molte volte deleterio, basti vedere contro la Macedonia. Due settimane senza il calcio che vogliamo sono dure, dopo l'Europeo ed il Mondiale cosa offrono gli azzurri? Poco, è spiacevole; una opinione raccapricciante, che però mi sento comunque di dover presentare, è che siamo troppo abituati a farci la guerra (tra Milan, Inter, Juve ecc) per poterci unire tutti insieme in Nazionale. Non a caso Buffon disse alla vittoria del Mondiale che la vera vittoria fu portare così tanti tifosi di fedi diverse a tifare la stessa. Ordunque adagiamoci di nuovo nella nostra bricconeria e benvenute le polemiche, le lodi gonfiate e le urla agli infortuni dei nostri beniamini e agli ''sfottò''. Ci siamo abituati ormai, ma d'altronde, che colpa ne ha il tifoso se la Nazionale da azzurra è diventata grigia come il cielo di Ottobre?