"Non abbiamo solo Kean, anche Caligara è un ragazzo molto interessante e molto bravo": così Max Allegri, poco meno di un anno fa, fece conoscere al mondo Fabrizio Caligara, centrocampista torinese classe 2000 che, partendo da semplice aggregato alla Primavera, ben presto ne divenne una delle colonne portanti assieme allo stesso Kean; mezzala prestante, dotato di spiccate doti offensive, ha letteralmente conquistato il tecnico bianconero che decise anche di portarlo con i “grandi” nella tournée estiva negli Stati Uniti in cui riuscì anche a giocare qualche scampolo di partita.

Qualche settimana più tardi il "battesimo di fuoco" con l’esordio in Champions League al Camp Nou: con una squadra decimata dagli infortuni, Allegri decide di convocarlo e di concedergli i minuti finali in uno dei templi sacri del calcio sulla scia degli esordi di Petagna e Cristante ai tempi del Milan. La notizia di ieri è che, nell’ultimo giorno di mercato, la Juventus ha deciso di cedere a titolo definitivo al Cagliari le prestazioni di Caligara per una cifra di due milioni di euro; il calciatore, ancora minorenne, si aggregherà da subito al gruppo guidato da Lopez e, presumibilmente, ben presto esordirà in serie A.

Questa mossa si inserisce nell’ambito di una chiara politica adottata dalla Juventus dalle ultime due sessioni di mercato, ovvero di cedere i suoi giovani non più in prestito ma, laddove sussistano offerte degne di nota, a titolo definitivo. Una politica che non mi trova assolutamente concorde, come già affermato in pezzi precedenti, in quanto ritengo che il proprio patrimonio di giovani non vada venduto (o svenduto) ma valorizzato, a maggior ragione se poi andiamo a vedere come la Vecchia Signora subisca spesso la fascinazione da giovani appartenenti a sodalizi altrui (siamo così sicuri che, in prospettiva, Caligara non possa essere meglio di Barella, ad esempio?).

In una sessione votata esclusivamente alle uscite e alle plusvalenze, abbiamo ceduto in un sol colpo Mattiello, Lirola e Caligara, tutti calciatori che, come ho già avuto modo di scrivere, sono più che sicuro che se appartenessero ad altri sodalizi saremmo (giustamente) interessati ad acquisire; tutti calciatori, assieme a Romagna ceduto in estate, accreditati dai più come trai i migliori giovani della scena nazionale che avevamo la fortuna di controllare e che ora abbiamo perso. Non è neppure chiaro se la Juventus si sia garantita perlomeno la possibilità di riacquistare questi calciatori in futuro mediante una clausola di riacquisto che renderebbe, a mio avviso, meno amara quella che potrebbe rivelarsi una vera e propria beffa con calciatori che potevano essere nostri ma che faranno la fortuna di squadre altrui.

In particolare modo la cessione di Caligara, la più vicina cronologicamente, mi ha lasciato veramente interdetto: piuttosto che far crescere un ragazzo ancora minorenne e tastarne il vero valore si è preferito optare per la bieca monetizzazione di una plusvalenza per un’operazione che, forse per l’analogia dell’esordio in Champions da minorenni, personalmente mi ricorda molto quella che portò Cristante dal Milan al Benfica. Cristiante per l’appunto, quello per cui oggi pare la Juventus sia pronta ad investire cifre importanti pur di accaparrarselo. Chi ha orecchie per intendere, intenda.