Questa potrebbe essere ricordata come l'estate delle scorrettezze dei giocatori nei confronti dei loro club.  Il caso Keita è emblematico ed è ben spiegato da Lotito: "Il Milan ci avrebbe dato 35 milioni, il West Ham 32, il Napoli 30, rifiutate per la Juve. La società bianconera ritiene congrua la somma di 15 milioni, ma perché devo cederlo alla metà?"

Keita è stato lanciato e valorizzato dalla Lazio, è brutto vedere un giocatore ingrato ricattare il club in questo modo. La gratitudine dovrebbe portare a pensare anche agli interessi del club, oltre che dei propri (e comunque Napoli e Milan non sono il Crotone...). Anche la Juve, però, in quanto a correttezza lascia un pò a desiderare...

A iniziare questo siparietto estivo è stato il rifiuto di Donnarumma alla prima faraonica offerta rossonera, con conseguente reazione dei tifosi, poi le fughe di Dembelè, i boicottaggi di Kalinic, il tradimento di Neymar, le dichiarazioni social di Aubameyang ecc.

Un calcio sempre più nelle mani di giocatori e procuratori e sempre meno sotto controllo da parte dei club.
Chiunque va a nozze con questi giochetti poco puliti (la Juve per esempio, pronta a gettarsi su Gigio come gli avvoltoi come con Keita), prima o poi ne è vittima (Pogba, Bonucci, forse in futuro Dybala).

In tutto ciò il Milan ha preso, finora, una posizione netta e virtuosa nei confronti dei procuratori, sia in uscita (caso Donnarumma gestito magistralmente), che in entrata: sarebbe stato facile fare il gioco che sta facendo la Juve con Biglia, Kalinic e Conti, ovvero portare il club a fine mercato con i giocatori ai margini per svalutarne il prezzo. Invece si è fatta una scelta precisa: il Milan ha dato una valutazione ai giocatori (anche abbastanza alta), e su quella è rimasto, senza farsi mettere i piedi in testa e senza metterli agli altri (per Biglia sono stati MOLTO gentili): un conto è fare leva sulla volontà del giocatore, ed è avvenuto con i tutti i giocatori sopracitati, un altro è ricattare i club. Infatti le cifre pagate dal Milan sono state tutte cifre alte, vicine alla richiesta dei club.

Kalinic ha fatto i suoi spettacolini per propria scelta, come si è visto non era un ordine del Milan per abbassare il prezzo del cartellino, che non è mai sceso da quei 25 milioni (sono tanti soldi, come lo sono stati per Conti, come i 17 per Biglia e i 40 per Bonucci).
Non sarebbe stato difficile portarli tutti in rossonero a prezzi più bassi, magari proprio in questi giorni, ricattando i club.

Speriamo solo che i presidenti questo lo apprezzeranno in futuro. 
Io, da tifoso, lo apprezzo molto.