Qualche voce è circolata circa la possibilità che Buffon rimandasse il suo ritiro dal calcio giocato: qualche dichiarazione veicolata dalla stampa unita al labiale rubato in occasione di Juventus-Inter, avevano avviato un tormentone che invece è destinato a cessare sul nascere. E’ infatti Buffon a ribadire che, al termine della stagione sportiva corrente, abdicherà la sua posizione pur rimanendo sempre “militarmente” a disposizione della causa bianconera e azzurra; ennesima testimonianza della statura non solo tecnica, bensì anche umana di Gigi: parole dalle quali traspare tutto il senso di appartenenza ai colori che si è cucito sulla pelle e per i quali si dichiara di esser pronto a difenderli “anche ad ottant’anni”; ma allo stesso tempo parole che esprimono un profondo senso di responsabilità e umiltà nel riconoscere che, probabilmente, è arrivato il momento di lasciare spazio alla gioventù.  

Sono certo che rimpiangeremo le parate di Buffon: portieri del suo livello ne emergono assai raramente e anche Szczesny, suo successore designato, difficilmente riuscirà, almeno inizialmente, a pareggiare il peso specifico di un estremo difensore che, quando il gioco si fa duro, non si è mai tirato indietro.
Tuttavia il tempo passa inesorabile e passa anche per Buffon che, come tutti i grandi campioni, decide di abdicare ancora da protagonista, di modo da lasciare un ricordo di se’ puro, nitido, come ai tempi migliori e senza quel velo di malinconia che, sovente, accompagna i ritiri di altri suoi illustri colleghi. Alla Juventus ci sarà sempre spazio per la gratitudine ma, allo stesso tempo, i calciatori rimangono fino a quando possono dare il massimo delle loro prestazioni sportive e il caso Del Piero ne è una testimonianza nitida: il suo addio fu criticato dai tifosi ma credo che a distanza di anni, tutti si siano resi conto che, lasciando non nel pieno di una inevitabile fase calante, Alex ci ha lasciato con un ricordo di un calciatore nel pieno delle sue forze, di quel campione che è sempre stato. Di certo alla Juventus non ci sarà mai spazio per pantomime melodrammatiche come l’addio al calcio di Francesco Totti: calciatore che, non rendendosi conto di un declino fisico evidente, ha polarizzato su se’ stesso gran parte delle attenzioni a discapito del resto di una squadra che ha sofferto in modo vistoso il dualismo venutosi a creare tra lui e Spalletti; dualismo che, mi sento di dire, ha sottratto energie ad una squadra che, pur avendo fatto la passata stagione il record di punti, avrebbe anche potuto fare di più in un ambiente tuttavia storicamente troppo caldo.

Tornando invece a Buffon, per il portiere di Carrara sembra prospettarsi un futuro ancora a tinte bianconere da dirigente o, solo in caso di un trionfo europeo, ancora tra i pali ma da vice Szczesny che ha dimostrato, nelle ultime uscite se ancora ce ne fosse bisogno, di essere un degno erede di Gigi.
Di certo le parole utilizzate da Buffon in questi giorni lasciano inequivocabilmente trasparire come questa sia la sua ultima stagione da attore protagonista tra i pali bianconeri, come è giusto che sia.