Non è mia intenzione mettere in discussione il calciatore Buffon. Il portiere italiano è un fuoriclasse. Nessuno lo mette in dubbio. È una leggenda che è stata protagonista con la maglia del Parma, della Juventus e della nazionale italiana, con il quale ha vinto il mondiale del 2006. È anche merito suo se l'Italia ha vinto quel mondiale contro la Francia. Non ho voglia nemmeno di mettere in discussione l'Uomo Buffon, il lato umano.
Io quello che metto in discussione di Gianluigi Buffon è il personaggio che si è creato. La maschera che indossa quando è sotto i riflettori
e le sue dichiarazioni contro l'arbitro nel match del Bernabeu tra  Real Madrid e Juventus. Buffon ha dichiarato questo: 'Non so se lo ha fatto per un suo vezzo e per mancanza di personalità, ma un essere umano non può decretare l'uscita di una squadra. Uno così al posto del cuore ha un bidone d'immondizia. Se non puoi stare in campo in una partita simile, te ne stai in tribuna con moglie e figlia. Non sapeva dove si trovava, non sapeva quali squadre si affrontassero, non conosceva i calciatori in campo, non sapeva un c ...! Il Real ha meritato, ma l'arbitro doveva avere la sensibilità per capire il disastro che stava facendo. Non può permettersi di rovinare un'impresa epica".

Queste dichiarazioni sono state fatte a caldo dopo il match perso dalla Juventus contro il Real Madrid per un rigore dubbio concesso al 96esimo (che per me non c'era). Sono parole forti, che accusano l'arbitro.
Buffon si è creato una maschera la cui priorità è non apparire ipocrita. Essere sempre sincero, anche brutalmente. Ma non essere ipocriti non significa essere omertosi, anti sportivi oppure usare due pesi e due misure, e quindi tutto gli è dovuto anche quando non ci sono i giusti motivi. C'è anche una etica sportiva, calcistica che insegnano ai ragazzini nelle scuole calcio.
Il rispetto per l'avversario e per gli arbitri è una 'materia' che va insegnata, applicata dai professionisti e tramandata.
I calciatori devono essere un esempio. Io ho la sensazione che Buffon abbia estremizzato questo suo modo di essere, perché lo fa stare sicuro di sé.
A lui piace apparire così, tremendamente antipatico. 
Nel momento in cui il personaggio Buffon dichiara che, durante il match tra Milan e Juventus, quello del famoso gol di Muntari non dato al Milan, senza che nessuno gli facesse una domanda in merito, lui dice testualmente: 'io non mi sono accorto di nulla perché stavo guardando Muntari e la palla e non stavo guardando linea, palo e cose varie, e come ho detto in maniera onesta, se me ne fossi accorto, non è che avrei aiutato l'arbitro', dimostra di voler essere antipatico ad ogni costo, volutamente.

Queste dichiarazioni sono frutto del personaggio Buffon, della maschera che indossa. Sono fatte per far parlare di sé, per apparire brutalmente e cinicamente sincero. Cinismo anche quando non è richiesto e non è necessario. Questa dichiarazioni, ripeto, sono frutto della maschera che indossa.

C'è un bellissimo film con Jim Carrey dal titolo 'The mask, da zero a mito', dove appunto si accenna alle maschere che noi indossiamo nel nostro quotidiano per apparire e fare in modo che gli altri ci vedano come noi vogliamo essere visti. Nel caso di Buffon è il voler recitare la parte dell'antipatico ad ogni costo, essere visto in questo modo. Nel film oltre a Jim Carrey, c'è anche una splendida Cameron Diaz. In questo film Jim Carrey interpreta Stanley Ipkiss, un impiegato di banca single e impacciato, che si innamora perdutamente di Cameron Diaz, che però è costretta a lavorare per un gangster che sta progettando una rapina nella banca dove lavora Stanley Ipkiss. Stanley si innamora di Tina Carlyle, il personaggio interpretato da Cameron Diaz. Ma è convinto che non potrà mai averla. Indossa così questa maschera che lo trasforma in uno scalmanato e folle uomo dalla faccia verde che non ha paura di nulla e ne combina di cotte e di crude. Tina si innamora perdutamente di The Mask, che non è nient'altro che Stanley Ipkiss con la maschera. Stanley, convinto che senza la maschera, non potrà mai conquistare Tina, decide di incontrarla solo di notte, ovvero quando, indossando la maschera, si trasforma nello scalmanato dalla faccia verde. Per farla breve, alla fine la maschera era solo un estremizzazione della personalità di Stanley Ipkiss, che con la maschera addosso faceva sparire la timidezza e le insicurezze che erano presenti in lui e che sparivano come per magia quando indossava la maschera. Ma alla fine scoprira' che Tina non si era innamorata della maschera, ma di chi c'era sotto la maschera, ovvero di Stanley Ipkiss. 

Buffon indossa una maschera, in alcuni frangenti, con l'intento di apparire più antipatico e 'politicamente scorretto' di quello che è.
E che lo portano a fare dichiarazioni infelici come quelle rivolte all'arbitro di Real Madrid, Juventus, dichiarazioni veramente pesanti, e come quelle spocchiose e non richieste riguardanti il gol di Muntari. La stessa maschera che gli fa dichiarare, quando la Juventus subisce dei favori arbitrali e quindi i diretti avversari dei torti, che lamentarsi degli arbitri è l'alibi dei perdenti, mentre adesso che la sua squadra è stata vittima di un errore arbitrale dice testualmente che l'arbitro 'ha commesso un crimine contro l'umanità sportiva'. 

Buffon e la sua voglia di apparire antipatico fanno sì che lui usi due pesi e due misure in queste dichiarazioni. Se non volesse apparire antipatico, non farebbe certe dichiarazioni. Buffon è un uomo molto intelligente, e come tutti gli uomini intelligenti, è sicuramente anche molto simpatico, e sono sicuro che è meno antipatico di come la maschera che lui vuole indossare lo fa apparire. E soprattutto gli fa esplodere l'ego a dismisura. In realtà spesso i più grandi dimostrano sempre una grande umiltà, mentre le mezze calzette dimostrano scarsa umiltà e pretendono riconoscimenti e meriti oppure aiuti e agevolazioni anche quando non c'è un motivo meritocratico.

Pretendono di passare sopra tutti e tutti. Buffon non è una mezza calzetta. È una leggenda che indossa una maschera e una personalità che non gli donano.
Buffon, si tolga questa maschera, la smetta di recitare la parte dell'antipatico ad ogni costo, faccia Mea culpa per le dichiarazioni contro l'arbitro e si scusi con esso e non abbia paura di essere anche sportivo e simpatico. E soprattutto umile, perché, come diceva Bruce Lee: 'Essere umili verso i superiori è un dovere, verso gli eguali è cortesia, verso gli inferiori è nobiltà, verso tutti è salvezza'. Anche una leggenda come Buffon può essere umile, sbagliare, ammettere i propri errori e chiedere umilmente scusa. 

L'arroganza umilia anche quando hai ragione, l'umiltà esalta anche quando hai torto. 'Antonia Gravinia'.