Era il dicembre del 1976 e si giocava il 3° turno di Coppa UEFA. Il Milan aveva perso 4-1 a Bilbao contro l'Athletic, ma nel ritorno a San Siro era riuscito a rimontare con tre gol dello sciagurato Egidio Calloni. Nei minuti finali, quando il Milan sembrava aver addormentato la partita, Bigon sbagliò un passaggio indietro consegnandolo a uno dei baschi, che riuscì a entrare in area di rigore e a trovare il contatto. La palla cambiò visibilmente direzione, ma questo non convinse l'arbitro a soprassedere, ragione per la quale l'Athletic trovò la rete del 3-1 che lo qualificò.

Ho citato l'episodio, perché sia chiaro che comprendo lo stato d'animo di Gianluigi Buffon. La Juventus aveva giocato al Bernabeu una partita tecnicamente magistrale e fisicamente gagliarda, guadagnandosi con pieno merito io tempi supplementari. In certe situazioni non è possibile evitare rabbia e amarezza. Ma se la reazione di Buffon è comprensibile, non è certo giustificata. Non lo è perché Buffon è quel signore che dispensa bacchettate al prossimo quando si lamenta delle decisioni arbitrali a favore della Juventus. E se per gli altri vale la regola secondo cui chi si lamenta degli arbitri lo fa per coprire le proprie debolezze, non vedo perché tale norma non debba valere anche per il signor Buffon.

Come si sentivano i tifosi del Milan per quella sconfitta contro la Juventus dell'anno scorso nel girone di ritorno? Per almeno tre giorni le moviole hanno scandagliato l'azione da cui è maturato il rigore fischiato al 95° a favore dei bianconeri. E nessuno è stato in grado di dire con sicurezza se quello fosse rigore o no. Senza contare che l'arbitro era piazzato meno bene della telecamera e non aveva la moviola, per cui ci si chiedeva da dove fosse nata tutta la sicurezza del direttore di gara nel prendere la decisione. Certo, potrei anche citare il famoso colpo di testa di Muntari dentro la porta di un metro, ma non me la sento, anche perché quell'episodio avvenne nel primo tempo con 60 minuti circa ancora da giocare. Tutto poteva ancora succedere in quel match. Il rigore dell'anno scorso, tuttavia, è cascato a favore dei bianconeri proprio alla fine della partita, come quello di Madrid, quando non c'era più niente da fare per chi lo ha subito.

Il fatto è che, quando ti abitui ad avere a tuo favore il 90% delle decisioni dubbie, ti convinci di essere un privilegiato, un nobile feudale cui tutto è dovuto da parte degli altri, che a loro volta sono servi della gleba. Beh, Buffon ha scoperto che la Juventus rispetto al Real è serva della gleba a sua volta. Capita, c'est la vie, per cui porti a casa e la cosa finisca lì. Non so se abbia ragione Oliver Kahn a far notare che Buffon sta sopravvivendo a se stesso e che, se avesse avuto la saggezza di ritirarsi prima, avrebbe risparmiato l'eliminazione dal Mondiale e la sceneggiata di mercoledì. Non lo so e comunque il giudizio non mi compete. Ricordo, comunque, l'espressione che usava mia madre per rimproverare chi in famiglia credeva di avere privilegi o voleva le cose a comodo proprio: Credi di essere figlio della gallina verde? La ricordo e la considero un'espressione efficace, molto molto molto efficace.