Un anno fa a Crotone, ci fu la resa definitiva dell'Inter di Pioli. Il quarto turno della Serie A si è aperto su un campo, che per i nerazzurri rievoca i fantasmi del passato. Tifoseria di casa e clima caldissimo per questo anticipo, di certo non hanno aiutato nell'approccio della gara, ma se si vogliono raggiungere obiettivi importanti, non ci si può tirare assolutamente indietro dinanzi ad una trasferta del genere.

Spalletti ha confermato l'undici che aveva ottenuto bottino pieno con la Spal, ma il primo tempo ha consegnato ai suoi uomini solo la supremazia nel possesso palla e l'ottima palla goal di Joao Mario e alla compagine di Nicola le occasioni più interessanti e continue. Nerazzurri contratti e senza idee, eccezion fatta per il solito Borja Valero, ma nessuno riesce ad alternarsi con lo spagnolo nell'impostare la manovra offensiva, Skriniar è apparso tempestivo negli anticipi, malgrado qualche fisiologica sbavatura, ma troppo timido quando doveva gestire palla, andandosi a rifugiare sempre nel suo compagno di reparto, Miranda.

Nella ripresa, il tecnico della Beneamata ha sostituito Gagliardini con Vecino, sperando che il maggior affiatamento con Valero, portasse finalemente la superiorità numerica a centrocampo, complice un impaurito Dalbert, che si è limitato al "compitino" difensivo, senza mai oltrepassare la linea di centrocampo, a tal proposito, meglio l'innesto di Nagatomo, più propositivo e voglioso.

Se i limiti di gioco hanno sicuramente rapito le luci della ribalta e l'analisi del match, non si può negare la cattiveria con la quale è stata affrontata la "battaglia" di Crotone. A volte, i tifosi apprezzano queste partite più di una goleada, perchè il sacrificio va alimentato nello stesso modo in cui va ricercata la tattica di squadra. Su questi presupposti e dopo un miracoloso intervento di Handanovic,  al tramonto della partita è arrivato il gol di Skriniar, abile in mischia a resistere e calciare in porta, spazzando il timore di un mezzo passo falso. Quello che si è visto in seguito, è stato lo stesso copione, in tema caratteriale, si è visto ancora più spirito di sacrificio e le maglie non più strettissime del Crotone, hanno facilitato il raddoppio di Perisic, fino a quel momento nervoso e confinato sulla fascia, senza mai rendersi particolarmente pericoloso.

Spalletti ha parecchio su cui lavorare, ma il gruppo c'è e considerando le prove della scorsa stagione, è già un grande punto di partenza.

Piccola curiosità: i nerazzurri hanno sfidato la scaramanzia, presentandosi a Crotone con la terza maglia, la stessa cosa accadde lo scorso anno, con la criticatissima e ribattezzata "maglia Sprite". Quella partita terminò 2 a 1 per i padroni di casa. Temerari.